Etichettatura energetica: esiti contrastanti

etichettatura energeticaL’etichettatura energetica di prodotto ha promosso sul mercato soluzioni per il riscaldamento più efficienti, mentre quella di insieme, pensata per i sistemi composti da più apparecchi, riscontra scarsa applicazione e desta scetticismo da parte di molti installatori, secondo una recente nota rilasciata da LabelpackA+.

Il regolamento europeo e relative linee guida per l’etichettatura obbligatoria dei sistemi di riscaldamento sono entrati in vigore il 26 settembre 2015. Da allora, tutte le nuove installazioni per riscaldamento e acqua calda sanitaria con capacità fino a 70 kW, di singoli prodotti o di insiemi, devono essere corredate di etichetta attestante l’efficienza energetica. A distanza di due anni, i partner di LabelPackA+, un progetto finanziato dalla Commissione Europea che promuove l’introduzione dell’etichettatura di insieme nel mercato, valutano le misure di applicazione.

«I requisiti legati all’etichettatura energetica hanno portato alla commercializzazione di soluzioni più efficienti nel settore del riscaldamento. Ormai quasi tutti i sistemi di riscaldamento convenzionali rientrano in classe A, mentre gli impianti che impiegano una quota di rinnovabili, come il solare termico o le pompe di calore, possono raggiungere la classe A+ o livelli superiori» afferma Sergio D’Alessandris, presidente di Assolterm, l’associazione italiana degli operatori del comparto solare termico.

L’etichettatura di insieme ha comportato importanti innovazioni, andando oltre il concetto di etichetta di prodotto e fornendo un’indicazione di efficienza di un sistema ottenuto dalla combinazione di diversi apparecchi.

«L’etichetta di insieme è un concetto interessante, che potenzialmente conferisce ai consumatori maggior potere decisionale durante la fase di acquisto, facilitando la valutazione delle offerte più efficienti e sostenibili» riferisce Pedro Dias, Segretario Generale di Solar Heat Europe, la federazione europea dell’industria solare termica. «Tuttavia, rischia di diventare un’occasione persa a causa dei problemi di implementazione».

Secondo i partner di progetto, il limitato impegno da parte delle autorità pubbliche, traducibile in assenza di campagne d’informazione e di iniziative per la sorveglianza del mercato, abbinato alla mancanza di interesse da parte dei principali attori del mercato, quali gli installatori, conducono ad una scarsa diffusione dell’etichetta energetica.

«Sapevamo che questa soluzione presentava delle lacune, non riflettendo adeguatamente il valore aggiunto del solare termico e non affrontando il tema del retrofit per impianti esistenti – prosegue Pedro Dias -. Tuttavia, ci aspettavamo un incremento di consapevolezza tra i consumatori, che promuovesse la sostituzione dei vecchi impianti, poco efficienti e inquinanti».

A partire dalla conoscenza di questi problemi di attuazione, nella futura revisione dell’etichettatura energetica per i sistemi di riscaldamento e di acqua calda sanitaria, si può esplorare il potenziale non sfruttato di questo regolamento.

«Rafforzare il contributo positivo delle fonti rinnovabili negli impianti di riscaldamento, evidenziando i vantaggi conseguibili, darebbe un chiaro messaggio ai consumatori, inducendoli a prendere in considerazione l’acquisto di soluzioni rinnovabili – afferma Sergio D’Alessandris –. Inoltre, guidati dall’esempio tedesco di etichettatura per impianti esistenti, altri Stati Membri potrebbero proattivamente chiarire ai consumatori i vantaggi di una sostituzione programmata del loro vecchio sistema con una nuova soluzione più sostenibile».

 

Informazioni sul progettoLabelPack A+

LabelPack A+ è un progetto finanziato dalla Commissione Europea, nell’ambito del programma Horizon2020, per il sostegno all’introduzione dell’etichettatura energetica per sistemi di riscaldamento, acqua calda sanitaria e sistemi combinati. Viene realizzato in sei paesi europei da undici organizzazioni partecipanti. Maggiori informazioni suwww.label-pack-a-plus.eu/italia/

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