RISCALDAMENTO

Necessario un impianto “ad hoc” per la villa storica

Quando si deve intervenire all’interno di edifici ad uso civile rientranti nella categoria ‘Immobili e aree di notevole interesse pubblico’ (D.Lgs. 42/2004 – ‘Codice dei beni culturali e del paesaggio’) è necessario prestare attenzione e considerare alcuni vincoli che influenzano per forza di cose anche le scelte progettuali impiantistiche. Questo è ciò di cui ha dovuto tener conto l’Ing. Nicola Piazza, titolare e Direttore Tecnico dello Studio di Ingegneria Piazza, specializzato nella progettazione impiantistica meccanica ed elettrica, per l’intervento presso Villa Luisa a Merate (Lc). È stato innanzitutto necessario, così come permesso dalla normativa vigente per questa tipologia di edifici, limitare la coibentazione delle superfici opache, per non alterare la conformazione architettonica dell’immobile, operando solamente all’interno e utilizzando materiali isolanti di derivazione aeronautica, con spessori ridottissimi ed elevate prestazioni isolanti. Inoltre si è dovuto conservare il pavimento e tutta l’architettura del piano terra e, pertanto, è stato mantenuto l’impianto a radiatori esistente.

Sistema di emissione misto

Al piano primo è stato possibile installare un pavimento radiante, previa rimozione e riposatura di un prezioso pavimento in cotto, mentre al secondo piano è stato installato un pannello radiante a soffitto per non sollecitare la travatura portante del pavimento. Visto il particolare sistema di emissione di tipo misto, alta e bassa temperatura, è stato poi progettato un sistema di produzione integrato con pompa di calore e caldaia a gas metano. Inizialmente si è valutata la possibilità di utilizzare una pompa di calore del tipo acqua/acqua, a circuito aperto, ‘open loop’, con acqua di falda freatica a bassa temperatura (bassa entalpia), con emungimento e reimmissione in pozzi, una tipologia di impianto che avrebbe garantito altissimi COP. In seguito alla prova di portata suggerita alla committenza, tuttavia, sono emersi valori di portata molto bassi, insufficienti a soddisfare il fabbisogno minimo di buon funzionamento della pompa di calore, perciò è stato scelto di utilizzare una pompa di calore del tipo aria/acqua concepita per il solo riscaldamento, con caratteristiche tali da garantire comunque alte efficienze durante questo regime di esercizio.

Pavimentazione e radiatori inalterati

La modalità di funzionamento di questo impianto prevede, in condizioni climatiche normali (temperatura esterna maggiore di 5 °C), l’andamento separato dei due sistemi di produzione del calore, come se fossero impianti indipendenti. La caldaia, a gas metano a condensazione, eroga il fluido termovettore con un regime di temperatura idoneo, in funzione della temperatura esterna, alla corretta potenza di emissione dei radiatori del piano terra (regolazione ‘climatica’). Data la loro integrità, sono state quasi interamente mantenute le tubazioni di collegamento della caldaia ai radiatori situati al piano terra, dal momento che uno dei vincoli che dovevano essere rispettati era costituito dalla necessità di mantenere inalterata la pavimentazione esistente. Sono rimasti invariati anche i radiatori in ghisa, anch’essi di notevole pregio poiché risalenti a fine ‘800, previa verifica analitica dell’adeguata potenza termica erogata.  La pompa di calore, del tipo aria/acqua, fornisce la potenza necessaria al riscaldamento degli altri due piani, producendo il fluido termovettore a bassa temperatura, idoneo per il sistema di emissione costituito da pannelli radianti, e garantendo, quindi, un maggior rendimento globale.

Pannelli a pavimento e a soffitto

L’impianto di tipo classico installato al primo piano è costituito da un pannello a pavimento preformato, libero da clorofluorocarburi, riciclabile, composto da un foglio in polistirene antiurto rigido, su isolante in polistirene ad alta densità, tubazioni in polietilene reticolato PE-Xa con barriera antiossigeno e massetto in calcestruzzo trattato con additivo fluidificante. Al secondo piano, invece, è stato previsto un pannello radiante a soffitto costituito da pannello in gesso rinforzato, accoppiato a isolante in EPS con tubazione in polietilene reticolato integrata con barriera antiossigeno. L’integrazione degli impianti avviene automaticamente quando la temperatura esterna scende al di sotto dei valori limite di temperatura, oltre i quali il COP decade; in quel caso avviene uno ‘spillamento’ dell’acqua calda ad alta temperatura prodotta dalla caldaia nell’impianto a bassa temperatura. In questo modo viene garantito il massimo rendimento dell’impianto, a prescindere dalle condizioni climatiche esterne. Poiché l’impianto prevede anche la produzione di acqua calda sanitaria, anche in questo caso viene prevista l’integrazione automatica del fluido termovettore prodotto dalla caldaia nei periodi di picco, in cui si verifica il maggior fabbisogno di ACS.

LA POMPA DI CALORE installata presso la villa.
PARTICOLARE dello scambiatore di acqua calda sanitaria.
I COLLEGAMENTI idraulici dell’impianto.