PROFESSIONE INSTALLATORE

Reagire alla crisi è difficile, ma si può, anzi, si deve

L’INTERVISTATO. Al centro della foto Andrea Zucconi, titolare di Zucconi impianti di Rodano (MI) insieme a Federico Perego ed Elena Caravita.
L’INTERVISTATO. Al centro della foto Andrea Zucconi, titolare di Zucconi impianti di Rodano (MI) insieme a Federico Perego ed Elena Caravita.

Pensavamo a un’ inchiesta sull’installatore al tempo della crisi, su cosa interessa davvero il cliente e che cosa propongono i termoidraulici. Ne abbiamo parlato con Andrea Zucconi installatore ” energetico” di Rodano (Mi) e ci sembra che le sue considerazioni siano particolarmente “calzanti” in questo momentio di difficoltà e di incertezze, ma anche di “cambiamenti, da considerare, come diceva il grande Albert Einstein, come “opportunità di crescita geniale”.

“La crisi può essere una vera benedizione per ogni persona e per ogni nazione, perché è proprio la crisi a portare progresso. La creatività nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie.” Albert Einstein 1934.

“Forse è l’aforisma più interessante che abbia mai letto – spiega Zucconi – sia per l’autore di degno rispetto, sia per come si contrappone alla vita quotidiana della maggior parte degli installatori e tecnici del settore termoidraulico.

Storia di sacrificio e intraprendenza

“Ho 42 anni – continua Zucconi – e lavoro nel settore della termoidraulica da quasi 25 anni. Ho scoperto da diciottenne quante soddisfazioni poteva darmi questo lavoro, operando in cantieri, in aziende, in abitazioni di ogni tipo. Ogni volta che metto in funzione un impianto faticosamente installato, ma generosamente curato, ho un brivido, un piacere, una soddisfazione. Mi sento così appagato che, per un momento, mi dimentico che “lavoro per vivere” ma sento che ”vivo per questo lavoro”. Fino a 10 anni fa tornavo a casa con la schiena rotta ma con questa sensazione, con questo appagamento professionale che contava più di ogni altra cosa. Sono cresciuto così, amando ogni giorno di più un mestiere che richiede tanto sacrificio e intraprendenza”.

Il girone dantesco…

“Come dicevo – spiega Zucconi – , una volta le uniche difficoltà erano la fatica fisica e lo stress da troppo lavoro, ora, dal 2008 a oggi, le difficoltà si sono moltiplicate. Burocrazia, pressione fiscale, normative, assunzioni, e tante altre cose hanno portato la mia vita professionale in un girone dantesco che ha fatto lievitare i costi fissi d’attività, mantiene vuoto il conto corrente e alimenta un atmosfera di incertezza lavorativa che paralizza ogni tipo di investimento e sterilizza tanti buoni propositi commerciali, di ricerca e sviluppo. Mi spiego meglio: in 6 anni, per chi ha un’impresa, la pressione fiscale è passata dal 62% al 72% (ed era già troppo il 62%!).

Da 5 anni è raddoppiata la burocrazia, a qualsiasi livello, sia in produzione, sia in amministrazione, sia nel commerciale. Per fare la stessa cosa ci vuole il doppio del tempo rispetto a 5 anni fa e ho dovuto assumere un’ impiegata solo per svuotare la scrivania da carta “inutile”.

Sempre più normative e sempre più vaghe ed interpretabili. Devo spendere soldi per aggiornarmi e, nonostante consulenze pagate profumatamente, non ho mai la certezza di lavorare in piena conformità alle norme tecniche.

Concorrenza sleale e impunibile praticata da dopolavoristi, pensionati, imprese senza requisiti e installatori improvvisati con solo qualche mese di esperienza e un foglio di carta da sventolare.

Banche che chiudono il rubinetto del credito proprio quando ce ne è bisogno. Prima non avevo bisogno dei fidi, ma la banca era disponibile ad aiutarmi quando e quanto volevo. Ore che ne ho bisogno fa un passo indietro. La lista sarebbe lunga formata da tanti altri piccoli problemi che mi accompagnano ogni giorno di lavoro”.

E come se non bastasse ecco LA CRISI

“Tutto questo tribolare sarebbe già un bel problema anche se ci fosse tanto lavoro, anche se il mercato dell’edilizia e dell’impiantistica viaggiasse a gonfie vele. Invece, dopo tutto questo, incombe anche la “mannaia”, quello status, quella parola che ormai è sulla bocca di tutti gli italiani: LA CRISI.

L’installatore in tempo di CRISI è stritolato dalla morsa dell’incertezza, dalla mole di insoluti, dagli interessi bancari, dalla frustrazione del non sapere cosa fare e non avere una soluzione. Sì perché non c’è niente di più frustrante del non avere una prospettiva, non avere un piano B, il non trovare una soluzione. Proprio Lui il tecnico che risolve ogni problema e che ha sempre le idee chiare, cresciuto di intraprendenza e inventiva, stavolta si trova davanti ad un problema che non riesce e non può risolvere. LA CRISI, alcuni la definiscono una magra consolazione, non ti da tempo e non da ottimismo, sterilizza tutto e disunisce. Si perché proprio noi artigiani nelle difficoltà siamo abituati ad aiutarci ed unirci (anche se concorrenti), invece LA CRISI ci rende anche cinici, è un “si salvi chi può”.

Bisogna “remare e scrutare”

Come una barca alla deriva remiamo in questo oceano di difficoltà scrutando l’orizzonte, in cerca di un isola felice. Sì,remiamo e scrutiamo, per fortuna c’è ancora chi ha la forza di remare e scrutare. C’è chi tiene le antenne dritte, c’è chi tende le orecchie: forse è questa la soluzione, forse così in qualche modo si sta a galla.

Come procedere? Ecco come mi sono attivato:

  • azioni commerciali mirate (pubblicità sul territorio mirata a varie categorie);
  • informazione ai clienti fidelizzati su nuovi prodotti e tecnologie;
  • ricerca e invenzione di nuovi sistemi d’impianto più efficienti e innovativi;
  • formazione tecnica e commerciale anche del personale assunto;
  • selezione della clientela mantenendo quella fidelizzata;
  • selezione dei fornitori e dei prodotti;
  • utilizzo di nuovi strumenti commerciali (finanziamento al cliente, garanzie più complete, preventivi più dettagliati e rapidi nella consegna, miglior linguaggio tecnico commerciale);
  • apertura di collaborazioni con aziende di servizio, di credito, di prodotti innovativi e di consulenza.

Questa è la mia esperienza, per stare a galla ho dovuto smettere di aspettare che il telefono squillasse. Non è tempo di aspettare, bisogna remare e ascoltare. Bisogna muoversi e scrutare, non basta più la voglia di lavorare quella purtroppo ce la stanno facendo passare.

 Aveva ragione Albert

“Chi si informa, chi si forma, chi tiene i piedi in più scarpe, chi ha pazienza e coraggio riesce a sopravvivere a questa CRISI. E forse aveva ragione Albert Einstein quando diceva che “È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie”. La sto toccando con mano questa regola di vita professionale che mi accompagna ogni giorno da almeno 5 anni, e proprio per questo vorrei che lo facessero anche i nostri legislatori passati presenti e anche i futuri. Vorrei che imparassero anche loro a remare e a scrutare, che capisSEROcano cosa vuol dire fare impresa nel 2014, fare l’installatore in tempo di crisi. Vorrei che legiferassero leggi che permettano ai cittadini di detrarre le spese dei prodotti “made in Italy”, leggi che incentivino i cittadini a creare lavoro pulito e di qualità, leggi basate sulla meritocrazia, leggi che puniscano chi danneggia il lavoro altrui con lavoro sommerso e irregolare, e poi, “leggi che informino i cittadini dell’esistenza di queste leggi”. Spesso i cittadini non sanno cosa possono pretendere da un’impresa, non sanno cosa questa impresa è obbligata a servire, non conoscono i vantaggi fiscali e le detrazioni su servizi e prodotti acquistati, oppure sono svogliati a causa della burocrazia troppo macchinosa.

Ispirandomi ad una famosa canzone di Ligabue dico che sono un installatore che fa “una vita da mediano” e che “lavorando come Oriali” spera una giorno di vincere anche i mondiali…”

Paola Gallerini