INNOVAZIONE

Un bagno “hi-tech” tutto in un container

SCHEMA TECNICO della soluzione: partendo da sanitari concepiti con un design adattabile, i reflui vengono convogliati in un reattore elettrochimico alimentato da moduli fotovoltaici li separa l'acqua, poi microfiltrata e riutilizzata. Il processo si conclude con l'estrazione dell'idrogeno, impiegato come fonte energetica rinnovabile. (foto Caltech)
LO SCHEMA funzionale della soluzione (foto Caltech)

Era il 2012 quando la Bill & Melinda Gates Foundation mise in palio 400.000 dollari nel concorso “Reinvent the toilet”, aperto a otto università tecniche di tutto il mondo che si cimentarono nella progettazione e realizzazione di un prototipo innovativo di servizio igienico destinato ai Paesi in via di sviluppo. Obiettivo dichiarato dell’iniziativa era offrire una soluzione tecnologicamente evoluta ed ecologicamente sostenibile ai problemi sanitari che affliggono le popolazioni dei paesi più poveri (pari a circa il 40% dell’intera razza umana).

Nel terzo mondo, infatti, l’assenza di infrastrutture e di idonee tecnologie idrauliche provoca l’inquinamento biologico delle già scarse risorse idriche superficiali e la conseguente proliferazione di malattie.

A meno di due anni di distanza il team del California Institute of Technology, vincitore della competizione, ha inviato in Ruanda i primi esemplari del “Self-Contained, PV-Powered Domestic Toilet and Wastewater Treatment System”, il servizio igienico risultato dell’ulteriore affinamento del progetto originario, destinato alla produzione industriale.

Tutto in un container

Interamente allocato in un container, il sistema è una vera e propria stanza da bagno autopulente, autosufficiente dal punto di vista energetico grazie a pannelli fotovoltaici e dotata di un reattore elettrochimico che separa l’acqua dai reflui, estraendo da questi ultimi l’idrogeno poi utilizzato per la produzione di energia elettrica mediante una cella a combustibile.

Il progetto fa parte di un più ampio programma che coinvolge l’Organizzazione Mondiale della Sanità e l’UNICEF, finalizzato alla diffusione di corrette pratiche igienico-sanitarie mediante tecnologie eco-sostenibili, che gode di un finanziamento complessivo di 40 milioni di dollari da parte della fondazione del genio dell’industria informatica.

UNA SOLUZIONE tecnologicamente evoluta ed ecologicamente sostenibile ai problemi sanitari che affliggono le popolazioni dei Paesi più poveri, pari a circa il 40% dell'intera razza umana. (foto Caltech)
UNA SOLUZIONE tecnologicamente evoluta ed ecologicamente sostenibile ai problemi sanitari che affliggono le popolazioni dei Paesi più poveri, pari a circa il 40% dell’intera razza umana. (foto Caltech)

L’igiene è “vita”

«Nei paesi in via di sviluppo – spiega il capoprogetto ing. Michael Hoffmann – l’aspettativa di vita è direttamente correlata alla accessibilità all’acqua pulita e ad adeguate pratiche igienico-sanitarie». Secondo i tecnici della Caltech ciascuna unità finora prodotta è costata solo 2.000 dollari, ma questa cifra potrebbe essere ulteriormente ridotta semplicemente incrementando la produzione.

UN BAGNO AUTOPULENTE, tutto in un container, autosufficiente dal punto di vista energetico grazie a pannelli fotovoltaici e dotato di un reattore elettrochimico che separa l'acqua dai reflui, estraendo da questi ultimi l'idrogeno poi utilizzato per la produzione di energia elettrica mediante una cella a combustibile. (foto Caltech)
UN BAGNO AUTOPULENTE, tutto in un container, autosufficiente dal punto di vista energetico grazie a pannelli fotovoltaici e dotato di un reattore elettrochimico che separa l’acqua dai reflui, estraendo da questi ultimi l’idrogeno poi utilizzato per la produzione di energia elettrica mediante una cella a combustibile. (foto Caltech)

Un programma umanitario

Per affrontare le esigenze dei 2,6 miliardi di persone che non hanno accesso ai servizi igienico-sanitari, la Bill & Melinda Gates Foundation promuove la ricerca di sistemi sicuri, convenienti e sostenibili per catturare, trattare e riciclare i rifiuti umani e lavora a stretto contatto con le comunità locali per sviluppare soluzioni durature che migliorino la vita delle persone.

Giuseppe Oreto