Wavin – Come connettere l’impossibile al possibile

La sede Wavin di Santa Maria Maddalena (RO).
La sede Wavin di Santa Maria Maddalena (RO).

Wavin Italia è la filiale italiana del Gruppo Wavin, leader europeo nell’offerta di tubazioni in materiale plastico per l’edilizia residenziale, non residenziale e per le opere di ingegneria civile. 

Emilio Rigiroli, Country Director di Wavin Italia, riferisce in merito alle novità e strategie messe in campo dall’azienda nel corso degli anni.

Come i vostri prodotti hanno contribuito all’evoluzione del settore?
“Il Gruppo Wavin nasce da un’idea rivoluzionaria, in risposta alla necessità di trovare un’alternativa al problema della corrosione dei tubi in ferro: lo sviluppo, negli anni Cinquanta, dei primi tubi a pressione in plastica per la distribuzione dell’acqua potabile. Successivamente, il contributo all’evoluzione del settore è stato costante, con lo sviluppo di soluzioni quali, ad esempio, Wavin AS, il primo tubo insonorizzato per lo scarico delle acque reflue. Non è stata da meno la filiale italiana, che nel 2001 ha lanciato ED Tech, il primo tubo in PP a triplo strato per i sistemi di scarico. Nel settore dell’Underfloor Heating, Wavin ha sviluppato un sistema radiante a soffitto prefabbricato, il Wavin CD4. Ha contribuito all’evoluzione anche il sistema per la distribuzione di acqua potabile e la realizzazione di impianti di riscaldamento “Tigris 3 in 1”, con la funzione “Leak Free” che assicura la corretta pressatura di tutti i raccordi”.

Come si ottiene il giusto rapporto tra efficienza e comfort in un impianto?
“Si tratta di due fattori che accompagnano la fase di progettazione di ciascun prodotto e l’effettiva messa in opera dell’intero sistema. Affinché un impianto di riscaldamento radiante sia il più efficiente e completo possibile, Wavin Italia offre al progettista la migliore assistenza per il dimensionamento, con computi metrici e schemi di montaggio chiari e dettagliati, per ogni tipologia di edificio. Inoltre, fornisce assistenza per il calcolo degli esatti livelli di rumorosità negli impianti di scarico delle acque reflue, attraverso il software Sound Check. Particolare attenzione è dedicata alle soluzioni che assicurano un comfort ambientale adeguato: temperatura, umidità dell’aria e livello di rumorosità sono i fattori che determinano il benessere all’interno dell’abitazione”.

Come perseguite la sicurezza degli operatori e, di conseguenza, degli utenti finali?
“L’azienda persegue una politica molto attenta in termini di sicurezza, attraverso controlli di qualità mirati su tutte le principali linee di prodotto. Basta pensare, ad esempio, che i collettori necessari per la realizzazione di un impianto di riscaldamento e raffrescamento radiante sono sottoposti singolarmente a una serie di severi test. Wavin Italia è anche dotata di certificazioni di qualità che attestano l’affidabilità dell’intero sistema dei processi aziendali, dei prodotti e della gestione ambientale”.

“Segreti e virtù” del lavoro quotidiano
“L’obiettivo comune delle nostre attività può essere sintetizzato in due parole: agire responsabilmente. Ci proponiamo di definire politiche e pratiche sostenibili, attuabili da tutti i dipendenti nella progettazione, nella produzione, nella consegna e nel servizio ai clienti. Siamo consapevoli di poter assistere i clienti, di aiutarli a raggiungere i loro obiettivi in termini di sostenibilità. Agire in modo sostenibile significa ridurre il consumo energetico, il nostro e quello degli edifici in cui sono installati i prodotti. Non basta evitare gli sprechi. E’ fondamentale investire in tecnologie e macchinari moderni, a maggiore efficienza energetica, e nell’installazione di impianti di riscaldamento e raffrescamento a bassa inerzia termica”.

L’azienda “in numeri”
Wavin Italia nasce nel 1991 dall’acquisizione di Plastistamp da parte del Gruppo Wavin. Negli anni successivi la società, con sede a Santa Maria Maddalena (Rovigo), vive un periodo di espansione. Nel 2000 acquisisce MCM, azienda che sviluppa la gamma di sifoni EMU, mentre nel 2004 rileva Chemidro, brand specializzato nella produzione di sistemi di adduzione per la distribuzione di acqua calda sanitaria e sistemi di riscaldamento, sia a radiatore ma soprattutto climatizzazione radiante. Due anni più tardi acquisisce AFA, distributore italiano del sistema di adduzione e riscaldamento in PB Acorn (oggi Hep2O). L’azienda impiega oltre 200 dipendenti e dispone di una superficie complessiva superiore ai 70.000 metri quadrati, 9.000 dei quali adibiti a magazzino coperto e 10.196 destinati alla produzione. Wavin Academy è il centro di formazione inaugurato nel 2014. La sede centrale del gruppo è a Zwolle, in Olanda. L’azienda è presente in 25 paesi europei, conta 40 stabilimenti produttivi e un totale di circa 5.500 dipendenti nel mondo. Dal 2012 fa parte del Gruppo Mexichem, leader in America Latina nel settore petrolchimico e dei sistemi di tubazioni.

Cosa c’è di nuovo?

Raccordo per tubazioni multistrato

La gamma completa di raccordi Tigris K1 in polifenill sulfone (PPSU) – diametri da 16 a 63 mm.
La gamma completa di raccordi Tigris K1 in polifenilsulfone (PPSU) – diametri da 16 a 63 mm.

Wavin Tigris permette di abbinare a un solo tubo multistrato tre diversi raccordi: Tigris M1 (a pressare in ottone), Tigris K1 (a pressare in PPSU) e smartFIX (a innesto in PPSU).
Il corpo del raccordo Tigris K1 e smartFIX è in polifenilsulfone, materiale plastico di ultima generazione che assicura un’ottima resistenza alle alte temperature e alla corrosione, evitando il formarsi di incrostazioni dovute all’utilizzo di acque particolarmente aggressive. Tigris M1 è la soluzione per gli installatori che prediligono il raccordo metallico. Il corpo è in ottone stagnato – per soddisfare i requisiti di potabilità – mentre la bussola in acciaio inox è preassemblata su anello plastico. Il portagomma esagonale del raccordo, non pressato ma innestato, sostiene un tubo di 2 metri, facilitando e velocizzando il lavoro dell’installatore. smartFIX è un raccordo push-fit che consente di realizzare la giunzione in tre mosse, con il solo ausilio di una cesoia multistrato e di un calibratore Wavin. Il prodotto è conforme a tutti i requisiti richiesti dalla norma ISO 21003 (classe 2 e 5) ed è disponibile in un’ampia gamma di raccordi, con dimensioni da 16 a 75 mm per Tigris M1 e K1, da 16 a 25 mm per smartFIX, accessori e attrezzature specifiche.

Campi di utilizzo
Questi raccordi soddisfano qualsiasi tipo di esigenza in ambito civile e industriale, in edifici nuovi e in opere di ristrutturazione. Sono utilizzabili a una pressione massima di esercizio di 10 bar a 70°C, e una massima temperatura di esercizio a 95° C (temperatura transitoria 100° C).

Perché acquistarli
Il tubo multistrato ha caratteristiche di lavorabilità e praticità che permettono di utilizzare raccordi diversi in base alla tipologia di impianto. Quelli a pressare sviluppati da Wavin offrono una serie di vantaggi quali il profilo brevettato, che riduce in maniera molto significativa la forza di innesto tubo/raccordo, e la funzione “Leak Free”, che assicura in fase di collaudo l’avvenuta pressatura di tutti i raccordi, infatti se non correttamente pressati trafileranno acqua in modo evidente.

Attenzioni particolari
Il tubo multistrato va tagliato con una cesoia ferma tubo Wavin, caratterizzata da una sede in cui alloggiarlo; per diametri superiori a 25 millimetri, si può usare una tagliatubi a rotella. Per la svasatura e la calibratura del tubo, è raccomandato l’impiego di un calibratore Kalispeed che, oltre a calibrare, consente una svasatura sia interna che esterna del tubo, favorendone l’innesto in fase di montaggio nel raccordo. Per il sistema smartFIX, nel caso di utilizzo di un avvitatore, se un’estremità del tubo è già connessa a un raccordo, prima della svasatura occorre assicurarsi che il tubo sia saldamente bloccato. Per questa operazione, utilizzare le leve della cesoia Wavin in funzione di fermatubo. Prima dell’innesto, vanno rimossi i trucioli dal tubo formatisi durante la svasatura. Il tubo va inserito nel raccordo fino alla battuta: il corretto inserimento può essere verificato dalle apposite finestre di controllo. Per i sistemi a pressare, la giunzione termina con la pressatura della bussola del raccordo sul tubo, con evidente deformazione dopo la pressatura.

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