Ma è vero che… le prestazioni degli scambiatori vanno monitorate?

UNO SCAMBIATORE saldobrasato in manutenzione
L’impianto termico centralizzato dedicato alla produzione di acqua calda per riscaldamento e sanitaria dotato di scambiatore a piastre o saldobrasato potrebbe incorrere, dopo un certo periodo di funzionamento, a un sensibile calo della resa termica, dovuto a differenti fattori.

L’impianto di climatizzazione – sia esso costituito da un generatore di calore (tradizionale o condensazione) oppure da pompa di calore o altro – che utilizza uno scambiatore deve tener conto dei dati di fabbrica dello stesso, della potenza resa in funzione delle portate di acqua del circuito primario e secondario, delle perdite di carico e dalla tipologia di circolatori presenti. Sarà compito del progettista e dell’installatore valutare tutti questi fattori in fase di realizzazione dell’impianto, in funzione dell’utenza da servire e della contemporaneità dell’utilizzo, per non incorrere in problematiche relative alla mancanza di erogazione, dovute al sottodimensionamento degli apparati e/o all’errore di valutazione del consumo.

Particolare attenzione verrà rivolta al calcolo degli accumulatori di acqua calda sanitaria. Durante l’esercizio il manutentore potrebbe riscontrare la condizione di uno scambiatore non più in grado di garantire la resa, creando disagio all’utenza: in questo caso è opportuno verificare anche con l’ausilio di strumenti, come le macchine termografiche, il grado di efficienza dell’impianto, controllando il grado di “sporcamento” a cui sono soggette le piastre dello scambiatore stesso.

È necessario valutare attentamente le azioni da intraprendere per riportare a regime l’impianto, confrontandosi eventualmente anche con il progettista stesso. È consigliabile inoltre, in questi casi di accertato grado di mancanza di resa, procedere alla pulizia delle piastre mediante l’inserimento di prodotti conformi all’utilizzo e procedere al lavaggio mediante acido disincrostante liquido con viraggio di colore.

Nel caso in cui la resa termica – verificabile attraverso la lettura dei termometri prima e dopo i circuiti primari e secondari, oppure con l’inserimento all’interno dei pozzetti delle sonde dei termometri certificati – non rientri nei valori stabiliti dal costruttore, occorre intervenire con una pulizia del lato interessato. Da non sottovalutare anche l’efficienza dei circolatori a servizio del circuito primario e secondario, l’eventuale presenza di valvole di non ritorno e l’evidenza di altri possibili apparati, che potrebbero influire sulle perdite di carico.

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