Ambienti di lavoro sicuri grazie all’aspirazione

UN IMPIANTO di aspirazione fumi e polveri realizzato da AIRHYDRO

L’azienda Airhydro Engineering srl di Torino, oltre ad occuparsi di idraulica e dei classici impianti di riscaldamento e condizionamento, focalizza la propria attività sugli impianti di aspirazione, filtrazione e trattamento dell’aria in ambito industriale per il risanamento degli ambienti di lavoro. Abbiamo intervistato Antonio Bellitti, direttore tecnico e fondatore.

Antonio Bellitti è il fonda­tore di Airhydro Engine­ering, azienda il cui fo­cus sono gli impianti per il trat­tamento aria.

Ci racconta come si è avvici­nato a questa professione? 

ANTONIO BELLITTI, Airhydro Engineering Srl

«Mio padre nasce come idrauli­co e lattoniere. Negli anni ’70, quando ha aperto l’attività, era un vero e proprio artigiano e, piano piano, ha fatto cresce­re la sua azienda fino ad arriva­re a un organico di sei persone. Terminati i miei studi professio­nali e dopo una gavetta di qua­si 5 anni presso un’altra ditta, per formarmi anche sul fronte condizionamento e canalizza­zione, sono rientrato in azienda. Quando mio padre è andato in pensione, nel 2012, ho trasfor­mato l’attività in una srl e l’ho suddivisa nei 4 settori che sono presenti sul logo: idraulica, cli­matizzazione, riscaldamento e aspirazione».

Da quante persone è compo­sta oggi l’azienda? 

«Al momento ci sono due per­sone in ufficio per la parte am­ministrativa, un amministrato­re delegato, un direttore tecni­co, un ingegnere part-time e 3 squadre operative sui cantieri composte da 2 persone ciascu­na; in aggiunta, abbiamo una ditta esterna composta da 2 persone che ci dà una mano per circa 6 mesi l’anno, nei momenti maggior afflusso di lavoro».

Avete qualche particolare specializzazione? 

«Siamo specializzati in condizio­namento e aspirazione, sostan­zialmente perché sono quel­lo che professionalmente mi dà più soddisfazione: ovviamen­te, per dare un servizio a 360°, porto avanti anche gli altri due filoni, quello dell’idraulica e del riscaldamento. Oggi, con l’av­vento delle pompe di calore, il riscaldamento è molto legato al condizionamento: non si posso­no vedere come due strade se­parate».

Come si svolge il vostro lavoro abitualmente? 

«La nostra azienda è ben struttu­rata: disponiamo di un sistema informatico sul quale andiamo a caricare le varie commesse che, in automatico, producono fogli di lavoro, disegni e tutto quello che serve alle squadre operati­ve. Ogni settore dell’azienda è poi specializzato nei lavori asse­gnati».

Chi sono i vostri principali clienti? 

«Nell’ambito condizionamento lavoriamo molto nel privato, di­rei un 70-30, mentre, per gli im­pianti di aspirazione, il 100% è sull’industria».

Il tema dell’indoor air quality è attualissimo e la pandemia ha dato una forte spinta al mer­cato da questo punto di vista. Qual è stata la vostra perce­zione? 

«All’inizio c’è stato un vero e pro­prio boom, perché la gente era molto spaventata. Abbiamo avuto 4/5 mesi di sanificazioni non-stop, richieste soprattutto dal settore alberghiero. Ho fat­to anche corsi specifici per sani­ficazioni: ricordo come in lock­down passassi le mie giornate a computer saltando da un we­binar all’altro. Devo però am­mettere che, nel corso dei mesi, questa impennata è decisamen­te rientrata».

Quali sono le richieste più fre­quenti? 

«Di spendere poco! Scherzi a parte, se da un lato non posso far finta che quella del prezzo non sia una tematica importan­te, è anche vero che, soprattut­to per quanto riguarda i priva­ti, c’è una buona predisposizio­ne all’affidarsi: ci conoscono or­mai, e il passaparola conta mol­to.

Per quanto riguarda gli im­pianti industriali c’è poco da fa­re: questi clienti sono coscienti di dover sottostare a normative e leggi molto stringenti dal pun­to di vista della qualità dell’aria sul posto di lavoro. La sfida, a quel punto, è far capire loro che un impianto va dimensionato in un certo modo ed è normale che i costi vadano di pari passo con la dimensione: noi dobbia­mo comunque garantire di po­ter aspirare un quantitativo mi­nimo di metri cubi, creando così un ricambio d’aria adeguato».

Sentiamo dire sempre più spesso che c’è lavoro ma che manca il personale… vi ritro­vate in questa affermazione?

«Questo è un tasto dolente, che ci tocca direttamente. Dalla no­stra esperienza posso dire che ci sono ragazzi bravi ma che, a volte, non sembrano molto di­sposti a fare sacrifici. Detto ciò, sono dell’idea che se lavori be­ne e il cliente è contento, sarò io il primo a cercare di valorizzar­ti e premiarti.

Credo molto nel valore della formazione, ci inve­stiamo molto, anche economi­camente – pensiamo, ad esem­pio, oltre al costo della forma­zione, anche alle visite mediche, ai patentini, etc. -.  Quindi, il mio augurio è che i ra­gazzi prendano seriamente il proprio lavoro e che non abbia­no fretta, perché, con costanza e determinazione, i frutti arrive­ranno sempre».