Contatori guasti e bollette salate, come tutelarsi?

La Corte di Cassazione con ordinanza n. 19154 del 19.07.2018, ha dettato dei principi generali, applicabili a ogni situazione in cui vengono ricevute delle bollette esorbitanti rispetto all’effettivo uso di acqua, luce e gas. La giurisprudenza ha ritenuto che la prova dell’illegittimità della bolletta non deve essere per forza “tecnica” – cioè basata su misurazioni e dati certi – ma può consistere anche in indizi. Questi indizi possono essere ad esempio il confronto con i consumi dei mesi precedenti, la destinazione d’uso dell’immobile, ecc.

Secondo la Cassazione, l’utente può contestare la bolletta ricevuta qualora si accorga di consumi elevati e inverosimili anche solo allegando indizi e presunzioni. Il cliente dovrà poi provare che l’eccessività dei consumi è dovuta a fattori esterni al suo controllo e di aver vigilato affinché eventuali intrusioni di terzi non potessero alterare il normale funzionamento del contatore.

In tal caso, sarà poi la società fornitrice a dover provare la correttezza dei consumi e il perfetto stato del contatore, trovandosi, in caso di esito negativo, a dover rimborsare e/o conguagliare le somme richieste all’utente.