Fima Carlo Frattini. Rinnovarsi in nome della bellezza

Un laghetto artificiale all’ingresso dello showroom funge da quinta teatrale per l’esposizione dei soffioni doccia Fima Carlo Frattini

Il nuovo showroom aziendale dalla forte impronta naturalistica è il coronamento del percorso di evoluzione del brand Fima Carlo Frattini che, senza dimenticare la propria anima tecnica, ha saputo trovare la strada per fare un salto di qualità sul piano estetico e di design, conquistando un pubblico esigente come architetti e progettisti.

Con un fatturato intorno ai 30 milioni di euro l’anno e circa 145 dipendenti, Fima Carlo Frattini (con sede a Briga Novarese in provincia di Novara) è tra i principali interlocutori nel mondo della rubinetteria sia in Italia (dove viene commercializzato circa il 60% della produzione) sia in campo internazionale (con il 40% dell’export indirizzato principalmente verso Francia, Germania, Nord Europa e Medio Oriente).

L’azienda, nata nel 1960 avendo come riferimento il mercato idrotermosanitario, negli ultimi dieci anni ha impresso un cambio di rotta alla propria identità, con l’intento di arrivare a conquistare un nuovo target di professionisti, rappresentato da architetti e progettisti. Una trasformazione che passa anche e soprattutto attraverso una maggiore attenzione alla componente estetica e trova la più completa espressione nel nuovo showroom aziendale inaugurato lo scorso aprile.

Mattia Fiorindo, direttore marketing di Fima Carlo Frattini

Come spiega il direttore marketing Mattia Fiorindo: «Lo showroom interno vuol essere l’immagine per eccellenza della nuova identità di Fima Carlo Frattini, nel segno di una particolare attenzione per l’ambiente e l’ecosostenibilità. La palette cromatica si ispira alla natura e al verde, con l’utilizzo di materiali naturali come il legno e un laghetto artificiale all’ingresso, che funge da suggestiva quinta teatrale per l’esposizione dei soffioni doccia più rappresentativi della nostra produzione aziendale».

Con quale spirito è nato il nuovo showroom?

«La nostra volontà è stata quella di creare un ambiente da un lato rilassante, con anche un’area lounge destinata ai momenti di pausa e convivialità con chi viene a trovarci in azienda, e dall’altro totalmente funzionale, perché i nostri visitatori avessero la possibilità non solo di vedere ma anche di provare i prodotti in funzione.

Siamo convinti infatti che, per scegliere il rubinetto, il cliente debba avere la possibilità di toccarlo con mano e vedere dal vivo come funziona, osservando il getto d’acqua e provando di persona l’apertura. Nel caso della collezione So disegnata da Davide Vercelli, per esempio, il pubblico spesso si chiede come sia il flusso d’acqua, vista l’assenza dell’aeratore nella canna da 10 mm: avere la possibilità di vederlo con i propri occhi risulta un fattore determinante per l’acquisto perché il cliente ha la possibilità di convincersi che il prodotto è quello giusto per lui, piuttosto che essere semplicemente persuaso dal venditore. È su questo che abbiamo voluto puntare».

Anche la componente tecnica ha un grande ascendente nella scelta dei prodotti…

«Certamente. Anche per questo abbiamo scelto di creare in showroom una zona più tecnica e funzionale, con una cassettiera di 30 blocchi che contengono le componenti (soffioni, doccini, bracci doccia, corpi a incasso ecc.) presenti nel catalogo Fima Carlo Frattini; c’è anche una parete di campioni colori staccabili che possono essere accostati tra loro per visualizzare gli abbinamenti cromatici.

Non solo: abbiamo allestito una sezione dedicata ai sistemi doccia, con una parte a retro che mostra come funzionano tecnicamente i soffioni e i corpi a incasso; una soluzione che permette di spiegare in maniera semplice e intuitiva la parte più tecnica del nostro lavoro.

La sezione dedicata alla composizione dei sistemi doccia prevede una parte a retro che mostra come funzionano tecnicamente i soffioni e i corpi a incasso

Cos’altro si può trovare in showroom?

«Abbiamo dedicato uno spazio rialzato ai prodotti outdoor, perché nel corso dell’ultimo periodo abbiamo constatato come le persone abbiano sempre più voglia di spazi da vivere all’aria aperta, dove passare il tempo in totale relax. L’idea è stata quella di realizzare una sorta di giardino, al cui interno la luce varia d’intensità e colorazione come per simulare le varie fasi della giornata, in modo che l’utente abbia la possibilità di vivere i prodotti Fima dall’alba al tramonto. Tutta l’area poggia sopra una grossa vasca piena d’acqua, per cui anche in questo caso è possibile vedere i prodotti in funzione».

Quali sono i protagonisti di questo spazio?

«Nello specifico, proponiamo una nuova interpretazione di tre famiglie di prodotto: si parte con Outside, firmato Davide Vercelli. Dal design essenziale, è costituito da un unico tubo in acciaio inox, cui si abbinano manopole personalizzabili in marmo di Carrara o in molteplici finiture (acciaio, grigio chiaro, verde e azzurro): la maniglia in basso grazie a una cartuccia progressiva regola il flusso e la temperatura dell’acqua, mentre quella in alto permette di selezionare l’uscita desiderata tra soffione o doccetta. Tre le opzioni di getto disponibili (a pioggia, nebulizzato, a cascata), mentre per agevolare l’installazione, la manutenzione e il rimessaggio invernale il fissaggio a pavimento è stato ingegnerizzato con un nuovo sistema di innesto, che permette anche di direzionare a piacere la colonna doccia.

Marmorea, sempre disegnato da Davide Vercelli, è una soluzione di altissimo livello, che riflette uno stile attento ai dettagli e dal forte valore decorativo: pensato per l’ambito residenziale ma anche per SPA e centri benessere, si compone di un basamento in marmo Marquina o in marmo di Carrara (che funge da seduta o da portaoggetti) tornito dal pieno con una scocca di 5 cm cava, a partire da cui si estende il braccio con all’interno la cartuccia progressiva per acqua calda o fredda. Il comando di apertura e chiusura del flusso si integra armoniosamente con il design, risultando percepibile unicamente al tatto grazie alla piccola aletta per la regolazione del getto e della temperatura.

L’ultima collezione outdoor è Ingiro, sviluppata su progetto di Lorenzo Damiani: il concept, ispirato alle classiche canne dell’acqua, prevede un esile tubo con basamento in cemento, che si può facilmente prendere e trasportare qua e là all’interno del giardino, nonché collegare al tubo dell’irrigazione tramite un semplice attacco da ¾. Il comando di accensione e spegnimento è a pedale, in modo da consentire l’utilizzo anche con le mani occupate, mentre vari accessori (tavolino, portasapone, porta-salviette) rendono il design più giocoso».

Su quali altri prodotti state puntando per il futuro?

«Un concetto su cui abbiamo iniziato a lavorare negli scorsi mesi è quello del rubinetto in acciaio, ragionando in particolare sullo sviluppo di una modalità d’apertura diversa dalla tradizionale leva. Il risultato è la collezione Slide, in cui il getto d’acqua viene attivato attraverso la semplice pressione della manopola lungo un piano inclinato. Per regolare il flusso si schiaccia verso il basso (oppure verso il muro nel caso dei prodotti destinati all’incasso), mentre la regolazione della temperatura avviene tramite lo spostamento della manopola lungo l’asse orizzontale.

Slide

Sul piano estetico, abbiamo personalizzato il comando di apertura con materiali diversi, dal legno alla resina fino al marmo, ma non solo. Abbiamo infatti stretto una collaborazione con l’orefice Fabio Lissi di Milano, a partire da cui è nata la capsule collection Manufatto: una serie esclusiva che reinterpreta le manopole del miscelatore attraverso finiture materiche e lavorazioni manuali come martellatura, incisioni e inserimento di pietre preziose.

L’intento è quello di utilizzare la manopola come vetrina per l’eccellenza dell’artigianalità italiana, per cui il rubinetto diventa non solo il mezzo per una funzione, ma quel dettaglio che rende più bella la sala da bagno. Abbiamo ricevuto un feedback molto positivo, soprattutto da parte del mercato mediorientale».

Quali sono le altre tendenze del mercato che cercate di integrare nella vostra produzione?

«Sicuramente la tendenza primaria, consolidata ormai a tal punto da essere considerata uno stato di fatto, è quella della personalizzazione, sia per quanto riguarda le finiture sia per quanto riguarda la modularità del prodotto. Dobbiamo infatti ricordare che, per quanto in teoria il rubinetto sia un elemento di cui tenere conto fin dai primi stadi della progettazione dell’impianto, nei fatti è quello che viene installato per ultimo, per cui sempre più spesso risulta fondamentale essere in grado di fornire un prodotto flessibile, capace di adattarsi alle esigenze particolari del contesto e dimostrarsi risolutivo in presenza di problemi.

Un altro trend per noi molto importante è quello della sostenibilità: da questo punto di vista, nel corso dell’ultimo periodo abbiamo notato un’inversione di tendenza. Per esempio, ci siamo resi conto che, se fino a poco tempo fa l’apertura del rubinetto con la maniglia in posizione centrale (quindi erogando acqua fredda e non miscelata) veniva guardata con scetticismo, oggi il mercato si sta prodigando per rendere l’utente finale più consapevole di quanto sia utile, in termini di impatto ambientale, non richiedere acqua miscelata quando non è necessaria. Si tratta di un cambiamento che testimonia come oggi, se pure ancora non sono richiesti dalla committenza, i prodotti a basso impatto ambientale siano ben accetti (quando non addirittura cercati) dalla clientela professionale».

IL RAPPORTO CON LA DISTRIBUZIONE
Fima Carlo Frattini percorre in parallelo i due canali della distribuzione idrotermosanitaria specializzata e dello showroom: «Negli ultimi dieci anni, ci siamo concentrati sull’obiettivo di elevare il brand, inserendo nuove collezioni di alta gamma per soddisfare le esigenze di architetti e progettisti. Oggi quindi identifichiamo come nostro interlocutore privilegiato il distributore evoluto, che accanto alla parte tecnica ha saputo portare avanti anche la componente più estetica della sala mostra».

In particolare, l’azienda ha sviluppato un format espositivo di qualità elevata, che mira a mettere in luce il prodotto Fima Carlo Frattini rispetto agli articoli da banco più tradizionali: «Cerchiamo di riproporre presso il rivenditore l’esperienza dello showroom aziendale Fima, per cui i colori e i materiali che contraddistinguono la nostra presenza in negozio sono gli stessi selezionati per la nuova identità aziendale. Il nostro layout è pensato per elevare e caratterizzare il prodotto in sé, quindi il rubinetto; supportiamo il rivenditore anche nella realizzazione di ambientazioni, ma sempre lasciando ampia libertà per quanto riguarda i prodotti presenti e gli abbinamenti con altri brand».

Oltre all’allestimento di corner Fima in showroom, la collaborazione con i rivenditori si estende anche all’organizzazione di incontri di formazione e aggiornamento tecnico (durante cui l’azienda racconta ai distributori le proprie innovazioni in modo che vengano trasferite agli installatori) e di eventi per la fidelizzazione di architetti e progettisti.

«Per noi lo showroom aziendale (come per esempio quello di Milano) è soprattutto uno strumento a sostegno dei rivenditori: non rappresenta un canale di vendita, ma piuttosto un veicolo per approfondire il dialogo con il professionista, che poi viene rimandato al distributore per la vendita. Con la stessa ottica, in alcune aree (Veneto e Lazio) stiamo lavorando con promoter dedicati, che entrano in contatto con gli architetti per raccontare loro i prodotti Fima e indirizzarli al rivenditore».