Galletti Group. Strategie di flessibilità e customizzazione

Andrea Ferrante, Direttore Commercialer Italia di Galletti spa.

Il virtuoso Made in Italy della climatizzazione idronica si concretizza all’interno di Galletti Group in un perfetto equilibrio tra qualità, tecnologia e capacità di personalizzazione per garantire vantaggi applicativi in ogni segmento, terziario in primis.

Sintetizzare 115 anni di storia non è facile, ma è possibile riassumere oltre un secolo di Galletti come un esempio di flessibilità, un grande successo di riconfigurazione di un’azienda italiana di piccole-medie dimensioni che ha saputo costantemente migliorarsi per rispondere alle molteplici e mutate esigenze del mercato.

Con Andrea Ferrante, Direttore Commerciale Italia di Galletti SpA, abbiamo ripercorso le tappe che hanno consentito all’azienda di essere riconosciuta nel 2020 come un Gruppo completo che con i suoi 700 dipendenti e diversi stabilimenti produttivi (a Bologna, Padova e Verona) è capace di proporre un’offerta a 360 gradi, in grado di soddisfare qualsiasi richiesta della committenza.

Cosa non è mai cambiato dal 1905 ad oggi?
Nei primi decenni di attività – parliamo dell’inizio del XX secolo – Galletti si specializzò nella lavorazione della lamiera per conto terzi in un’Italia ancora in piena rivoluzione industriale. Dopo 4 generazioni, la completa autonomia con impianti robotizzati ed ingenti investimenti nella lavorazione delle lamiere e di altri semilavorati strategici, rappresenta uno skill aziendale, necessario nell’ottica di flessibilità e personalizzazione dell’azienda

Dalla lavorazione della lamiera all’attuale offerta. Come ci siete arrivati?
Dal 1930 e per i successivi 30 anni, c’è stata una conversione produttiva che ha visto Galletti lavorare per un’industria più sviluppata, in particolar modo del settore motoristico. Il boom economico degli anni ’60 ha portato l’azienda a incrementare l’attività, utilizzando alcuni brevetti americani in materia di ventilconvettori e altre soluzioni tecniche per climatizzare ambienti sia residenziali che industriali, sancendo l’ingresso di Galletti nel mondo della termoidraulica.
Il grande passaggio epocale avvenne nei primi anni ‘90, quando il progresso tecnologico aprì il mercato della climatizzazione a 360 gradi, con nuove opportunità come quelle dei generatori e del trattamento dell’aria.

In questo segmento che tratto distintivo avete scelto?
Gli italiani hanno intuito come una particolare flessibilità di progetto, la personalizzazione e customizzazione del prodotto fosse importante per risolvere qualsiasi esigenza: un grande vantaggio rispetto alle multinazionali con logiche di mass production.
Questa visione fu vincente. Galletti iniziò a considerare l’ampliamento delle proprie produzioni e segmenti, creando un Gruppo. La prima azienda che fece nascere tal progetto, si colloca tra le realtà europee di scambiatori di calore, utilizzati nelle pompe di calore o nei ventilconvettori.

Tre le principali novità dell’azienda spicca il terminale ART U: un fancoil di design che si caratterizza per le innovazioni tecnologiche, le qualità estetiche e l’utilizzo di nuovi materiali

Cosa seguì a questo primo tassello che implementò le competenze del condizionamento idronico?
Ci siamo accorti che i terminali idronici & Co, non erano più sufficienti per la nostra idea di business poiché stava cambiando il contesto competitivo mondiale del settore. Stiamo parlando degli anni in cui ha preso il timone dell’azienda la terza generazione, con la consapevolezza di dover individuare specifiche strategie in merito alle dinamiche inerenti il risparmio energetico e la crescente competitività.

Opportunità o minaccia?
Entrambe, dipende dal modo di affrontare la novità. Già 20 anni fa c’erano i primi segnali di nuove normative europee per la riduzione dell’impatto energetico e l’utilizzo di rinnovabili, da lì il coinvolgimento delle pompe di calore. Oggi possiamo affermare di essere rimasti tra i pochissimi player italiani del segmento ancora attivi, in uno scenario che vede oggi prender parte anche i competitor del riscaldamento, del trattamento aria, recupero calore e climatizzazione residenziale. Ci ha dato ragione, quindi, il cambio di strategia con la costituzione di un Gruppo che ha cercato di aprire i suoi orizzonti a tecnologie alternative, diventate il core business.

Ci vuole parlare delle acquisizioni più recenti?
Alcune di esse sono state effettuate specificatamente per inglobare le tecnologie che ci mancavano per completare il pacchetto di offerta. Cinque anni fa, ad esempio, abbiamo rilevato il 100% di Cetra, azienda di eccellenza nel segmento delle centrali di trattamento aria e recupero di calore di Altedo (BO). Oggi, quindi, possiamo offrire una soluzione completa a tutto tondo ed essere interlocutore unico sul mercato, una posizione sempre più apprezzata dai clienti che tendono a preferire un fornitore per il pacchetto di soluzioni che è in grado di offrire, incluso un servizio di assistenza tecnica più semplice e immediato.

Cosa ci può dire, invece, della direzione futura?
Per quanto riguarda la fascia di potenza, ci stiamo specializzando nel terziario e i nostri prodotti best seller sono inseriti nel segmento commerciale delle grandi utenze, tra cui gli uffici. Opteremo per soluzioni sempre più integrate e cercheremo di differenziarci ulteriormente con soluzioni tecniche di risparmio energetico, il più customizzate possibile sulla specifica richiesta del cliente. In due parole, flessibilità e customizzazione: i due asset principali su cui sta lavorando il Gruppo Galletti.

Infine, Galletti e la distribuzione ITS…
Il 30% del fatturato italiano passa attraverso la distribuzione organizzata ITS.Per quanto riguarda invece le macchine di grossa potenza per centri commerciali o ospedali, per esempio, l’interlocutore principale diventa il grosso installatore, il general contractor o il progettista termotecnico. Negli anni, più che la modalità di vendita, è cambiato l’approccio della comunicazione, che deve tenere presente di un utente finale molto preparato e tecnico. Proprio in quest’ottica, il distributore deve opportunamente diventare sempre più competente, formato ed essere costantemente aggiornato.

TECNICA E DESIGN. ECCO IL PREMIO
Art-U è stato premiato con l’Energy Efficency Award per la migliore idea di progetto di efficienza energetica nel settore industriale. «In un progetto di questo tipo, tipicamente, si parte prima con lo sviluppo tecnico del prodotto per poi arrivare a ragionare sul design dell’involucro. In questo caso, per la prima volta nel nostro settore, abbiamo ragionato “al contrario” – ha commentato Andrea Ferrante – disegnando prima il vestito e solo in seconda battuta l’anima tecnologica: un lungo processo di affinamento e costruzione di ben 4 anni che ci ha regalato soddisfazioni molto importanti».

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