Gruppo Megawatt. Una realtà in linea coi tempi

La Sede di Megawatt a Casoria (NA)

Il Gruppo Megawatt, fondato nel 1980 e affermatosi nel settore del materiale elettrico, oggi sta sviluppando le proprie attività integrando anche il comparto idrotermosanitario. Nel 2022 ha raggiunto un fatturato di 1,3 miliardi di euro, di cui 150 milioni arrivano dalla parte termoidraulica.

Il Gruppo Megawatt, fondato nel 1980 da Giovanni Marigliano, lavorando con professionalità e passione si è sviluppato nel settore del materiale elettrico fino a coprire quasi totalmente il territorio italiano. Abbiamo incontrato Domenico Marigliano, secondogenito del fondatore Giovanni, che a nome di tutta la famiglia ci ha permesso di conoscere che cos’è oggi e cosa sarà domani il Gruppo Megawatt.

CHI È MEGAWATT

Le aziende del Gruppo Megawatt sono oggi: Megawatt S.p.A., Elettrocampania S.p.A., Cameg S.p.A., Electra S.p.A., Elettrolazio S.p.A., Gruppo Acmei S.p.A., Medel S.p.A., Asso Sicurezza S.p.A., EDIF S.p.A., Alfieri S.p.A., CET S.p.A. e Barcella Elettroforniture S.p.A., per un totale di 122 punti vendita e un fatturato di 1,3 miliardi di euro nel 2022. Di questi, 150 milioni sono relativi al settore idrotermosanitario. L’azienda ha anche gestito direttamente nell’ambito della propria capienza fiscale i bonus 110%, 65% e 50%, anche se non con numeri particolarmente significativi. 

Come si sta evolvendo la vostra azienda? 

«Il piano di sviluppo strategico del gruppo prevede investimenti per crescita organica e per acquisizione. Inoltre, negli ultimi cinque anni, abbiamo deciso di affiancare al materiale elettrico anche la gamma di prodotti ITS. Grazie alla collaborazione con professionisti già affermati, oggi abbiamo una struttura di 350 collaboratori che si occupano di questo settore. Negli ultimi mesi, con l’obiettivo di accelerare lo sviluppo del comparto idrotermosanitario anche al Nord, abbiamo inserito nella società Barcella spa nuovi collaboratori di provata esperienza. Il mondo elettrico e quello termoidraulico sono – non nell’immediato, ma inevitabilmente – destinati all’integrazione: si tratta di una trasformazione che avrà un impatto significativo sullo sviluppo di entrambi i settori e che il nostro gruppo vuole cogliere appieno».

La famiglia Marigliano

Quali risultati state ottenendo? 

«In poco meno di cinque anni abbiamo raggiunto un fatturato ITS di 150 milioni di euro, con 32 punti vendita ibridi. Stiamo lavorando per arrivare a integrare entrambi i settori in tutti i punti vendita, dapprima in quelli già abbastanza ampi per la gestione degli stock e poi creando nuove strutture ad hoc. È nostra intenzione mantenere un ritmo di creazione di 6-8 punti vendita/anno. Continueremo a sostenere in parallelo lo sviluppo del mondo elettrico e termoidraulico, con o senza passare da nuove acquisizioni.

La vera sfida è quella di far coesistere i due mondi attraverso lo sviluppo di una doppia professionalità, in grado di mettersi a disposizione delle due realtà impiantistiche. La grande esperienza dei nostri collaboratori ITS, ormai presenti in tutto il Gruppo Megawatt, è la migliore testimonianza di credibilità e solidità del nostro progetto, e rappresenta il valore aggiunto della nostra proposta commerciale, che si sintetizza in ampiezza di gamma, servizi e competenza. Grazie a questo prevediamo una rapida crescita anche del fatturato ITS».

Qual è la caratteristica che rende riconoscibile il vostro gruppo sul mercato? 

«Il mercato ci riconosce per il nostro modello di business: serietà e competenza unita a disponibilità immediata dei prodotti. Malgrado la dimensione raggiunta non ci consideriamo “arrivati”, vogliamo continuare a crescere con rapidità, equilibrio organizzativo ed economico; conosciamo il valore dei nostri nuovi e storici collaboratori (solo in Barcella negli ultimi sei mesi abbiamo incrementato gli occupati di circa 75 unità).

I collaboratori sono i nostri migliori ambasciatori di serietà imprenditoriale verso la filiera distributiva, oltre che per i potenziali candidati all’inserimento in azienda. Con soddisfazione, posso dire che in un mercato dove risulta molto complicato trovare profili professionali adeguati il nostro gruppo è decisamente attrattivo.

Nell’ottica di continuare ad avere risorse umane sempre più competenti e formate, inoltre, abbiamo attivato un percorso di formazione di tipo relazionale/comportamentale e tecnico – un’attività peraltro molto gradita dai nostri collaboratori. Non siamo una multinazionale, ma con i nostri 2.600 lavoratori (che conosciamo per nome e non per matricola) siamo una famiglia, in grado di prendere rapidamente decisioni operative e strategiche».

Qual è il vostro obiettivo finale? 

«Intendiamo dare maggiore valore al “sistema filiera”, dal produttore all’installatore passando per noi distributori: vogliamo arrivare a supportare i clienti affinché si evolvano costantemente e divengano società installatrici ibride, capaci di operare nei due mondi. Vogliamo affiancare il cliente professionista in tutto il processo installativo, agevolarlo nello studio progettuale e soddisfare le esigenze elettriche e idrauliche del suo cliente».

Parliamo di digitalizzazione e commercio elettronico… 

«L’apertura verso sistemi di commercio elettronico ci vede già presenti con due sistemi B2B che permettono ai clienti professionali di avere tutte le informazioni per gestire gli ordini H24, sia per il mondo elettrico, sia per il settore ITS. Il cliente privato, invece, può accedere a un sistema che mette a disposizione tutte le informazioni tranne il prezzo.

In entrambi i casi si tratta di database creati e aggiornati direttamente dal Gruppo Megawatt. Abbiamo quattro sistemi informativi diversi, che nel tempo arriveranno a convergere; abbiamo ben presente, però, che il vero problema non è il sistema informativo in quanto tale, ma la formazione del personale per il suo corretto utilizzo».

Come vi regolate nel rapporto con i fornitori? 

«C’è un ottimo rapporto con tutti i produttori, basato su un reciproco rispetto; peraltro, la rapida concentrazione di mercato nella distribuzione favorisce la collaborazione tra leader. Siamo molto rispettosi delle strategie dei produttori, con grande attenzione verso le agenzie o i venditori diretti sul territorio. Con loro vogliamo essere in grande sintonia: per esempio, quando entriamo in una nuova area (come nel caso di Barcella), chiediamo un incontro non solo con gli alti vertici del produttore, ma anche con tutta la struttura di vendita sul territorio. È un’attività che richiede tempo, ma crediamo sia doverosa.

Anche nelle ristrutturazioni delle nostre filiali, abbiamo deciso di prevedere uno spazio di co-working attrezzato, a disposizione dei collaboratori e dei produttori che intendono utilizzarlo. Il Gruppo Megawatt, infatti, non intende attivare la vendita di prodotti a marchio proprio, nel massimo rispetto della filiera produttiva italiana e delle realtà territoriali esistenti: ogni punto vendita ha la possibilità di seguire una sua strategia di vendita, in modo da non snaturare la relazione prodotto/produttore esistente sul territorio.

Seguiamo le necessità del cliente, e non l’imperativo di vendere a ogni costo; inoltre, vogliamo essere i migliori specialisti per quanto riguarda i prodotti che vendiamo, così da garantire il miglior supporto possibile alla nostra clientela. Diamo la possibilità a ogni produttore di monitorare lo sviluppo del fatturato (sell out) sul territorio, dove possono operare più agenti e/o agenzie: così si ottiene il massimo livello di trasparenza e rispetto delle parti in causa. Vogliamo essere riconosciuti come veri partner».

Qual è la struttura della rete di vendita sul territorio?

«Per ogni area è prevista la presenza di almeno uno specialista per ogni linea di prodotto, a supporto della clientela. Ogni commerciale operante sul territorio ha pertanto la possibilità di farsi supportare da specialisti sia tecnici che commerciali. La nostra idea è quella di vendere un prodotto (e non un prezzo), e comunque sempre una soluzione. Infatti, tutti i concorrenti vendono i nostri stessi prodotti: la differenziazione dobbiamo farla con l’eccellenza dei servizi».