I ritardi infrastrutturali italiani ampliano il gap con l’Europa: i numeri

14022L’Italia è tra i Paesi europei che investono di meno in infrastrutture e ben 15 regioni italiane si collocano oltre il centesimo posto nella classifica della dotazione infrastrutturale delle 270 regioni europee.

In questa classifica, la prima regione italiana è la Lombardia, al 44° posto, ultime Calabria (211° posto) e Sardegna (231° posto). Sono alcuni dei dati regionali più eclatanti che emergono dal Rapporto “Problemi e prospettive dei trasporti e della logistica in Italia” realizzato dall’Ufficio Studi Confcommercio in collaborazione con Isfort e presentato a Cernobbio in occasione del primo Forum Internazionale di Conftrasporto-Confcommercio.

Emerge anche che l’Italia è di fatto spaccata in due anche in termini di accessibilità, ovvero di facilità di raggiungere determinati territori utilizzando le infrastrutture di trasporto esistenti: ad eccezione del Trentino Alto Adige, infatti, tutte le regioni del Nord, Piemonte e Lombardia in testa, si collocano sopra la media nazionale, mentre quelle del Sud, Basilicata e Sardegna in coda, ben al di sotto.

Il traffico merci nei porti italiani, inoltre, ci pone al terzo posto dopo Olanda e Inghilterra, ma in calo del 6% rispetto al 2013, mentre per le operazioni di import/export di merci, in Italia, tra procedure amministrative, controlli doganali e movimentazioni, occorrono mediamente 18,5 giorni, il triplo dell’Olanda e il doppio di Belgio, Germania e Spagna.

Infine, i rallentamenti nel traffico container incidono sulla creazione di ricchezza: negli ultimi 10 anni il valore aggiunto generato dai porti di La Spezia e Genova è stato, rispettivamente, di 380 e 40 milioni di euro, mentre il porto di Anversa ha generato ricchezza per 4,6 miliardi di euro, Rotterdam per 4 miliardi e Amburgo per 3,5 miliardi.