Nel mondo delle costruzioni è ormai riconosciuto il valore fondamentale della sostenibilità e delle relazioni come fattori interconnessi e imprescindibili per creare un impatto positivo e duraturo a favore del territorio e della comunità.
Sostenibilità ambientale, responsabilità sociale e buona governance sono diventati indici di performance significativi e obiettivi essenziali per le aziende che si stanno concretamente impegnando per uno sviluppo sostenibile di lungo periodo in un’ottica globale.
Come sottolineano Camillo Mastrolorenzo e Ilaria Pasta, rispettivamente direttore e responsabile marketing e comunicazione di Kontractor (la divisione di Kopron che si occupa della realizzazione “chiavi in mano” di immobili logistici, direzionali, industriali e commerciali in qualità di general contractor), anche per il mondo delle costruzioni la sostenibilità è diventata un must, in quanto fattore di crescita oltre che importante vantaggio competitivo. Kontractor ne fa un fiore all’occhiello attraverso le proprie strategie, le proprie azioni e il proprio Manifesto della Sostenibilità.
Come si declina la sostenibilità nella visione di Kontractor?

Camillo Mastrolorenzo (C.M.): «Il percorso di Kontractor è partito nel 2016 con lo scopo di creare un business model etico, un valore durevole per tutti; il profitto non voleva infatti costituire il primo obiettivo dell’attività, ma una conseguenza. Quello delle costruzioni è un settore che ha un forte impatto sulla società, sull’ambiente e sull’economia: consapevoli di questa responsabilità, abbiamo inteso realizzare un business model che sarebbe stato più duraturo nel tempo perché lo abbiamo concepito non solo in termini di sviluppo economico, ma come un nostro contributo al progresso della società. La qualità non è solo un traguardo, ma il nostro modo di essere realmente responsabili verso tutto quello che facciamo».
Quali sono i princìpi che vi ispirano?
«Il percorso che abbiamo seguito si fonda su due importanti pilastri che hanno determinato la nostra crescita e i nostri traguardi. Il primo è lo spirito di squadra, che entra in gioco ogniqualvolta si ha di fronte un obiettivo e che va ben oltre noi stessi e la competitività a tutti i costi, perché siamo convinti che la cooperazione abbia un valore più alto della competizione. Per noi spirito di squadra significa andare oltre Kontractor, significa mettere insieme gli interessi di tutti gli stakeholders e fare in modo, noi per primi, che tutti raggiungano gli obiettivi, che tutti siano vincenti. Un immobile è parte di un ecosistema che comprende la comunità, il paesaggio e il territorio e le sue caratteristiche. Quando lo pensiamo, progettiamo e costruiamo, dobbiamo partire sempre dalla centralità dell’uomo e dei suoi bisogni.
Costruire, vivere e lavorare in edifici che contribuiscono a ridurre l’impatto ambientale rende tutti più consapevoli dell’importanza dell’impegno di ciascuno di noi a favore del pianeta e dell’ambiente. L’obiettivo comune della sostenibilità crea un patto di fiducia responsabile tra tutti gli stakeholder che vivono e operano dentro e fuori un immobile.
Un secondo aspetto determinante è il concetto di equilibrio, che abbiamo scoperto essere molto legato al principio di sostenibilità. Per noi – e lo insegniamo anche ai project manager che iniziano a lavorare con noi e che sono una figura chiave – è importante mantenere un equilibrio tra le parti in tutte le decisioni e in tutte le situazioni; cioè bisogna giungere a un accordo perché un deal costruito su un rapporto equilibrato è più duraturo.
L’esercizio della leadership nel general contractor è lo strumento essenziale della governance di Kontractor. Nella nostra visione, la leadership è un asset fondamentale per raggiungere la sostenibilità del progetto: conoscere le esigenze della committenza, promuovere il lavoro di squadra, stabilire obiettivi comuni e condivisi, garantire la qualità nella gestione delle relazioni, valorizzare ogni risorsa e ascoltare i bisogni di ciascuno secondo i principi del work-life balance. Questo approccio l’abbiamo chiamato leadership sostenibile».
Come si realizza la vostra visione?
«Per noi di Kontractor la ricerca continua di soluzioni sempre più sostenibili è la prima forma di responsabilità per raggiungere il traguardo del modello Green Building attraverso la costruzione di immobili a basso impatto ambientale e paesaggistico, efficienti sul piano energetico, attenti al comfort, alla salute e alla sicurezza di chi li vive.
E poiché sostenibilità è sempre sinonimo di innovazione, investire in ricerca e sviluppo e innovazione è un traguardo ambizioso che ci impegniamo a raggiungere avvalendoci delle tecnologie e dei materiali più innovativi, attraverso processi di formazione e aggiornamento continuo delle competenze di tutti i nostri collaboratori. Anche in fase di studio e progettazione, l’innovazione tecnologica, soprattutto digitale, rappresenta una conquista preziosa per definire insieme alla committenza le soluzioni più sostenibili e rispettose dell’ambiente.
Convinti che un business etico sia percorribile solo muovendoci in questa direzione e secondo questi principi, alla fine del 2022 abbiamo sentito la necessità di razionalizzare ciò che avevamo costruito in sette anni e abbiamo voluto mettere per iscritto e codificare i princìpi etici che ci hanno guidato fino a oggi; quindi, abbiamo creato la carta costituzionale dei nostri valori: il nostro Manifesto di Sostenibilità. L’abbiamo studiato con l’aiuto di Italia Circolare mettendo a sistema il nostro DNA, le nostre competenze e la nostra storia, riferendoci ai princìpi di sviluppo sostenibile dell’Agenda ONU del 2015».
Cosa caratterizza l’approccio di Kontractor al mondo delle costruzioni?

Ilaria Pasta (I.P.): «L’obiettivo di Kontractor è non solo costruire immobili di alta qualità al contempo sostenibili e rispettosi dell’ambiente, ma anche creare un impatto positivo e duraturo a favore del territorio e della comunità perché il valore della responsabilità sostenibile nel settore delle costruzioni è fondamentale, ma lo sono anche le relazioni; perciò, anche il rispetto per la persona è al centro del nostro modo di pensare e di lavorare.
La componente relazionale è il nostro valore aggiunto, il marchio distintivo del nostro business, il pilastro portante del nostro costruire in maniera eticamente corretta e competitiva. Crediamo fermamente che solo investendo sulla qualità della relazione si possano raggiungere risultati positivi e duraturi; perciò, chi lavora con noi e per noi decide di sposare la vision di una realtà aziendale che mette al centro la persona.
Quando si parla di sostenibilità si pensa in automatico a tutto ciò che riguarda l’ambiente, la diversità e il pianeta, ma in realtà la sostenibilità è molto di più e fa riferimento principalmente alla persona, come cita la definizione: “Nelle scienze ambientali ed economiche, la sostenibilità è una condizione dello sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri”.
La persona è alla base di tutte le dimensioni della sostenibilità – ambiente, società e governance; perciò, nell’interesse di chi vive oggi e soprattutto delle generazioni future dobbiamo porre particolare attenzione a tutto ciò che facciamo e a tutto ciò che potrebbe avere impatto sul futuro. Dato il suo forte impatto sull’ambiente, il settore delle costruzioni è caratterizzato da una sostenibilità in un certo senso più perseguibile poiché già esistono mappe precise che guidano le nostre scelte e ci indicano il percorso da seguire, come le certificazioni ambientali internazionali, le certificazioni LEED e BREEAM piuttosto che le normative paesaggistiche e urbanistiche, che rappresentano metriche di riferimento.
Più difficili da misurare sono invece tutte le azioni sostenibili che ricadono nelle dimensioni social e governance perché sono più arbitrarie e dipendono in maggior misura dalle scelte aziendali».
Qual è il ruolo delle persone nel vostro percorso di sostenibilità?
«Poiché la persona è alla base di tutte le dimensioni della sostenibilità, la persona è al centro del nostro business. In quanto general contractor, Kontractor subappalta tutte le attività, perciò, per arrivare alla costruzione di un immobile, ci dobbiamo relazionare con clienti, consulenti, professionisti, enti amministrativi, fornitori, fornitori dei nostri fornitori ecc. Quindi il nostro lavoro è tutto basato sulla relazione, è un gioco di squadra: questo modus operandi – che abbiamo definito economia delle relazioni – è in qualche modo associabile al SDG (Sustainable Development Goal) 17 dell’agenda di Parigi, che prende il nome di “partnership per obiettivi”.
Ogni progetto realizzato è frutto di un gioco di squadra basato su una filosofia win-win, in cui tutti i soggetti coinvolti, dal cliente al fornitore, dal consulente al dipendente, nel rispetto del ruolo di ognuno, costituiscono un anello fondamentale della catena di costruzione, che, saldata da un rapporto di reciproca fiducia, porta al raggiungimento degli obiettivi finali con la piena soddisfazione di tutti. Per costruire un immobile dobbiamo coinvolgere tante persone e tutti gli attori della filiera hanno un ruolo fondamentale: non c’è una persona più importante di un’altra, poiché ciascuna dà un contributo essenziale alla realizzazione dell’edificio.
Noi abbiamo paragonato l’economia delle relazioni a un grande puzzle, perché in effetti è come se tante persone/tante mani riuscissero a trovare il pezzo giusto e a collocarlo nel posto giusto nel momento giusto. Soltanto così, cioè lavorando insieme, si riesce a raggiungere un obiettivo finale unico e condiviso, a costruire il puzzle/l’edificio: un immobile di qualità realizzato nei tempi e nei costi stabiliti e concordati.
In questo senso, ci piace molto fare riferimento alla parola inglese Together, che calza a pennello in quanto è composta di tre parole (to get there) che stanno appunto a indicare il raggiungimento della meta e, contemporaneamente, il fatto che gli obiettivi si raggiungono insieme col lavoro di squadra.
In quest’ottica, ci adoperiamo anche a promuovere e a comunicare la cultura della sostenibilità nel nostro settore presso architetti, progettisti e tecnici, affinché tutte le scelte siano ispirate a una logica di miglioramento continuo per la riduzione dell’impatto ambientale e una sempre maggiore coesione con i territori e le comunità.
È così che il nostro costruire diventa edificare relazioni e partenariati, ma anche coscienze, col fine ultimo di rendere migliore il nostro mondo da un punto di vista ambientale, sociale ed economico».
Qual è il vostro modus operandi?
«Naturalmente, il nostro ruolo fondamentale in quanto general contractor è quello di relazionarci principalmente con il cliente, di interpretare il design intent del cliente e del progettista e di dargli vita e forma. Per farlo dobbiamo ovviamente entrare in un’ottica di ascolto ed empatia con il cliente, capire quali sono le sue esigenze e cercare non solo di creare una struttura, ma anche di darle un’anima.
A questo proposito, possiamo dire che facciamo la differenza: ogni volta che costruiamo un immobile lo viviamo infatti come se fosse “nostro” perché sappiamo che, se è costruito bene, può diventare esso stesso “manifesto di sostenibilità” in quanto rappresenta il nostro principale biglietto da visita».
Quali sono gli elementi determinanti per il buon esito di un progetto?
«La figura chiave di Kontractor è il project manager: lo è per quello che fa e per il modo in cui lo fa. È lui che esercita quella che noi chiamiamo leadership sostenibile: è la figura principale che si occupa delle relazioni, è il cuore della nostra attività, è colui che fa da collante, è il direttore d’orchestra che deve dirigere i diversi strumenti musicali e deve dare i giusti tempi per creare la sintonia perfetta, cioè, realizzare l’immobile come lo vuole il nostro cliente.
In questo contesto, la qualità della relazione è fondamentale e riguarda non solo la parte commerciale finalizzata alla realizzazione di una commessa; la qualità della relazione deve infatti essere coltivata sempre, durante la costruzione dell’immobile e anche dopo, consentendo di passare dai soli rapporti di collaborazione a rapporti di stima, rispetto e anche amicizia. Le nostre costruzioni sono frutto di collaborazione e cooperazione. Ci piace dire che Kontractor non costruisce soltanto immobili, ma molto di più: costruisce relazioni.
Kontractor costruisce relazioni non solo con la business community ma anche col territorio in cui andiamo a edificare – e qui entra in gioco la dimensione sociale della nostra idea di sostenibilità. Evidentemente, l’impatto delle nostre costruzioni può essere concepito anche negativamente dalla comunità che si vede costruire un immobile anche importante sul proprio territorio.
La nostra idea è quella che bisogna entrare in sintonia con la comunità, con le persone che abitano nel territorio, e cercare di fare in modo che il nostro costruire possa essere un vantaggio per tutti, con una logica win-win. Per questo, ancora prima delle procedure amministrative e autorizzative, Kontractor avvia un dialogo con le associazioni, soprattutto del terzo settore, presenti sul territorio, così da attivare collaborazioni e iniziative di supporto al loro operato.
Il rapporto dell’immobile con il territorio in cui sorge va costruito con cura partendo sempre dall’ascolto, in un’ottica di creazione di valore condiviso a vantaggio dell’intera comunità».