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Lavoro e sicurezza: dall’abbigliamento professionale agli altri DPI

Cosa è il DPI e cosa significa? Il termine DPI, acronimo di “Dispositivi di Protezione Individuali“, definisce i vestiti destinati a essere indossate dai lavoratori con l’obiettivo di proteggere questi ultimi dai rischi legati alle mansioni svolte, al chiuso o all’aperto che siano. Fanno parte dei DPI anche i complementi o gli accessori contraddistinti dal medesimo scopo. I dispositivi tendono ovviamente a cambiare in base all’attività.

La regolamentazione sui DPI

È il Decreto Legislativo 81/2008 a contenere le norme in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro. All’art.20, nello specifico, spetta il compito di indicare gli obblighi che i lavoratori sono tenuti a rispettare. Non rispondere a quanto previsto dalle normative vigenti significa esporsi a sanzioni, sia di carattere amministrativo che penale. Occorre ricordare come l’adeguamento al nuovo regolamento europeo in materia di DPI abbia portato a un inasprimento di tali sanzioni; allo stesso tempo, il regolamento individua un maggior numero di soggetti responsabili di eventuali mancanze.

I requisiti richiesti ai vestiti e ai dispositivi DPI in generale

Perché attrezzature e abbigliamento possano essere annoverati tra i DPI è necessario che rispettino dei requisiti minimi. Un dispositivo dovrà risultare adeguato ai rischi che è chiamato a prevenire, e non mostrarsi carente a livello di comfort, ergonomia e solidità. Deve anche essere semplice da indossare e togliere in situazioni di emergenza, mostrarsi compatibile con altre protezioni individuali e adeguarsi alle condizioni in essere in uno specifico contesto. Chi si occupa di costruire avrà necessità diverse da chi opera in ambito ospedaliero. Altri requisiti? La capacità di risposta ai test cui viene sottoposto e rientrare negli standard previsti dalla normativa europea. L’abbigliamento da lavoro Engelbert Strauss è una garanzia da questo punto di vista, oltre a distinguersi per l’ottima vestibilità e per l’ampia disponibilità di taglie.

DPI e grado di rischio

È possibile suddividere i dispositivi di protezione in tre categorie in base al grado di rischio. La prima include i dispositivi da utilizzare in caso di mansioni contraddistinte da un basso grado di rischio, ossia le attività che potrebbero dar luogo, in mancanza di vestiti e attrezzature adeguate, a danni lievi e reversibili. Alcuni esempi? Il contatto accidentale con oggetti caldi, ma con temperature che non raggiungono i 50°, le lesioni causate dai prodotti per la pulizia e altre lesioni superficiali provocate da determinati strumenti meccanici.

DPI di seconda e terza categoria

La seconda categoria include dispositivi come giubbotti ad alta visibilità dotati di bande rifrangenti e mute da sub. Fanno parte dei DPI di terza categoria, dal canto loro, a cosiddetti salvavita, che mirano a fornire protezione al lavoratore tutelandolo da danni gravi e permanenti, ma anche dal rischio di morte. Data la loro importanza, per impiegare DPI di quest’ultima categoria è obbligatoria una formazione specifica.

A cosa serve l’abbigliamento da lavoro?

Un’altra classificazione dei dispositivi prende in esame la tipologia di protezione offerta. In questo caso, l’obiettivo sarà tutelare, a seconda del DPI:

  • arti superiori o inferiori
  • occhi e viso
  • udito
  • capo
  • vie respiratorie
  • corpo e pelle

Sono inclusi anche dispositivi per la visibilità o per la protezione dalle cadute dall’alto.

Perché scegliere l’abbigliamento da lavoro adatto?

L’obiettivo, al momento dell’acquisto dei vestiti, è individuare quelli in grado di garantire all’utilizzatore di muoversi in tutta sicurezza. Allo stesso tempo, dovranno risultare resistenti e mantenersi efficaci nel lungo periodo. Tessuti super-flessibili “full stretch”, materiali di qualità e grande cura dei dettagli sono caratteristiche comuni dei abbigliamenti da lavoro Professionali come Engelbert Strauss. Inoltre, scegliere dei pantaloni adatti che sono dotati di tasche per riporre metri pieghevoli e tasche di sicurezza con cerniera.

Gli obblighi per le aziende

Quali sono gli obblighi del datore? A stabilirli è l’art.77 del D.Lgs. 81/08. Sulla base di quanto indicato nel Testo Unico, il datore è chiamato a scegliere i DPI dei lavoratori dopo aver attentamente valutato i rischi e le caratteristiche dei vari dispositivi esistenti. È necessario, inoltre, che riesca a individuare le condizioni in cui un DPI debba essere impiegato. Il datore è chiamato a fornire ai lavoratori DPI conformi ai requisiti indicati in precedenza, assicurare la loro piena efficienza e l’igiene, fornire istruzioni comprensibili e informare i lavoratori stessi su quale sia la protezione assicurata. Infine, qualora sia previsto l’impiego di DPI di terza categoria, spetta ai datori garantire una formazione adeguata.

Gli obblighi per il lavoratore

Anche il lavoratore è soggetto a diversi obblighi, stabiliti sempre dal Testo Unico. Dovrà accettare, in particolare, di sottoporsi all’addestramento e al programma di formazione, ma anche di impiegare i DPI in modo conforme. È tenuto ad avere cura dei dispositivi ricevuti, senza modificarli, a segnalare l’eventuale presenza di difetti e, al termine dell’utilizzo, seguire quanto indicato dalle procedure aziendali per provvedere alla loro riconsegna.

Quanto stabilito dall’art. Decreto Legislativo 81/2008 in merito ai DPI è essenziale per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro. Ecco perché l’obbligatorietà si estende a tutti quei casi in cui non sia possibile evitare rischi per il lavoratore ricorrendo a misure tecniche preventive, mezzi di protezione collettiva o altri metodi di riorganizzazione dell’attività.

 

Fonte foto:
1. Annie Gray su Unsplash

2. Foto di SamSolution su Unsplash