Da oltre trent’anni la Legionella Pneumophila (questo il nome dell’agente patogeno) è stata riconosciuta come il principale responsabile di epidemie molto gravi in tutto il mondo. Numerosi episodi (alcuni dei quali anche molto recenti) hanno focalizzato l’attenzione dell’opinione pubblica sul problema della legionella dimostrandone tutta la pericolosità. Solo nel 2011, in Italia, ne sono stati accertati circa 1000 casi (Notiziario dell’Istituto Superiore di Sanità, Vol. 25, n°10, Ottobre 2012). Ma perché i professionisti che operano nel settore idro-sanitario sentono parlare così spesso di Legionella? La risposta a questa domanda investe i professionisti termo-idraulici (progettista, installatore, manutentore, gestore di impianti) di una responsabilità molto forte.
Da tempo è stato infatti dimostrato che gli impianti idro-sanitari, assieme agli impianti aeraulici, sono i principali imputati nelle epidemie di legionellosi. Purtroppo oggi è ancora molto diffusa la convinzione che per affrontare il problema della legionella sia sufficiente installare un qualche apparecchio o dosare un particolare prodotto chimico senza porre nessuna (o pochissima) attenzione alla reale arma vincente contro la legionella: la visione “igienica” dell’impianto e della sua manutenzione! L’obiettivo di questo articolo vuole essere quello di presentare gli elementi realmente importanti che il professionista termo-idraulico dovrebbe prendere in considerazione per affrontare con serenità (e serietà) il problema legionella.
Cenni sulla Legionella e sul suo habitat
La legionella è un batterio gram-negativo che si trova comunemente in tutti gli ambienti naturali ossigenati (sorgenti d’acqua, fiumi, laghi). Finché il numero di batteri rimane limitato, la legionella non è in grado di sviluppare alcun effetto negativo. Tuttavia in particolari condizioni il batterio può proliferare raggiungendo nelle acque concentrazioni tali da risultare altamente infettiva.
L’infezione avviene attraverso le vie respiratorie per inalazione di aereosol (piccole goccioline) d’acqua infetta. Nell’uomo il quadro clinico con cui si manifesta è, per certi aspetti, simile ad una comune polmonite, anche se può avere conseguenze molto più gravi.
In Tabella 1 è riporta una lista semplificata delle principali condizioni ambientali che favoriscono lo sviluppo della legionella. Da essa si comprende il perché gli impianti idro-sanitari di medie-grandi dimensioni, le torri evaporative, le piscine, le fontane, i sistemi di raffreddamento macchine utensili ed i sistemi di emergenza siano i luoghi più probabili di contaminazione.
Il quadro normativo
È evidente che chi soggiorna e lavora (stabilmente o temporaneamente) in uffici e strutture ricettive dotati di impianti idrici e di condizionamento contaminati corre un serio rischio di contrarre un’infezione. Il D.Lgs n.81/08 (Testo unico sulla Sicurezza) identifica la Legionella come un agente biologico che può causare malattie in soggetti umani e costituire un rischio per i lavoratori. Il datore di lavoro (che può identificarsi con il gestore della struttura) è responsabile di applicare i principi di buona prassi igienica adottando, in relazione ai rischi accertati, le misure preventive e protettive necessarie per ridurre al minimo il rischio di contagio. Il D.Lgs. 81/08 non spiega “operativamente” quali provvedimenti tecnici debbano essere adottati per la riduzione del rischio di contaminazione. Questo compito è attualmente assolto dalle Linee Guida (vedi Tabella 2) che danno le indicazioni e i riferimenti tecnico-scientifici necessari per valutare e adottare le soluzioni impiantistiche e le procedure operative più idonee.
Gli obblighi
Sulla base di quanto previsto dalle Linee Guida e dal D.Lgs. n. 81/08 i gestori di strutture turistico ricettive (alberghi, hotel, pensioni, campeggi, residence, agriturismi, bed&breakfast , soggiorni di vacanza, affittacamere, navi da crociera etc.), strutture ad uso collettivo (impianti sportivi e ricreativi, palestre, centri commerciali, fiere, esposizioni, centri benessere, etc) e strutture sanitarie e termali (ospedali, case di cura, centri assistenziali, etc.) hanno l’obbligo di far effettuare una Valutazione del Rischio Biologico ed elaborare un Protocollo di Autocontrollo e Gestione del Rischio che deve essere specifico per la struttura e non generico.
Obblighi per i gestori in materia di Legionella
Tipologia di attività
- Strutture turistico recettive: alberghi, hotel, pensioni, campeggi, residence, agriturismi, bed&breakfast , soggiorni di vacanza, affittacamere, navi da crociera, etc.)
- Strutture ad uso collettivo: impianti sportivi e ludici, palestre, centri commerciali, fiere, esposizioni, centri benessere, etc.
- Strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali, strutture termali.
Obblighi
- Analisi del rischio per l’ infezione da Legionella
- Elaborazione del Protocollo di Autocontrollo e Gestione del Rischio (specifico per la struttura)
- Istituzione del Registro degli Interventi
- Analisi microbiologiche periodiche (almeno 2 volte l’anno).
Valutazione del Rischio Biologico
La valutazione del rischio biologico è un’attività molto complessa che non può essere improvvisata e va eseguita da personale competente. Nelle sue linee essenziali essa deve prevedere:
- accurata ispezione della struttura cercando di stilare una “mappa idrica” dell’impianto
- verifica della esatta configurazione dell’impianto
- misura delle temperature
- valutazione dello stato dell’impianto (corrosioni, incrostazioni)
- stagnazioni (accumuli, rami morti, zone di bassa turbolenza)
- verifica delle procedure di pulizia e manutenzione
La valutazione del Rischio deve essere aggiornata almeno ogni due anni.
Protocollo di Autocontrollo e Gestione del Rischio
Questo documento contiene tutti i provvedimenti e le procedure messe in atto per ridurre i rischi biologici presenti nell’impianto.
In esso devono essere riportati:
- nomina di un responsabile per la gestione del rischio
- registro degli interventi in cui vengono indicati tutti gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria eseguiti sugli impianti
- procedure operative di pulizia e disinfezione dell’impianto per il personale interno e per il personale esterno
- formazione e addestramento del personale deputato all’autocontrollo
- programma delle verifiche periodiche dell’efficacia delle misure di controllo
- analisi di laboratorio periodiche (almeno 2 volte l’anno da 6 punti diversi e critici dell’impianto).
Conclusioni
Dall’analisi estremamente semplificata (e forzatamente incompleta) fatta emerge in modo chiaro ed inequivocabile il ruolo di primo piano che i professionisti termo-idraulici (progettista, installatore, manutentore e gestore di impianti) hanno nel controllo del rischio biologico da legionella.
È solo progettando, realizzando e gestendo l’impianto idro-sanitario in modo “igienico” (ossia tenendo ben presenti i principali fattori di rischio) che si può sperare di controllare efficacemente il rischio legionella. Inoltre, la normativa vigente chiede al gestore delle attività a rischio (e indirettamente al professionista) di rendere conto di quanto fatto con procedure operative scritte e validate attraverso un Protocollo di Autocontrollo e un registro degli interventi.
Se, quindi, da un punto di vista giuridico la responsabilità civile e penale dei danni derivanti da una contaminazione da legionella ricade sul gestore dell’attività (o sul datore di lavoro), la responsabilità morale di progettare, realizzare e gestire un impianto idro-sanitario conformemente alle indicazioni fornite dalle Linee Guida ricade interamente sul professionista termo-idraulico.
Alessandro Zaggia,
Dipartimento di Ingegneria Industriale
Università degli Studi di Padova