Oltre la metà della popolazione mondiale e l’80% della ricchezza sono concentrate nelle città, che rappresentano i due terzi della domanda globale di energia e sono responsabili di oltre il 70% delle emissioni di CO2.
Senza cambi di rotta rispetto alle politiche attuali, queste cifre sono destinate a crescere entro il 2050: la domanda di energia delle città e le emissioni di CO2 correlate aumenteranno rispettivamente del 70% e del 50%.
Sono queste le stime che emergono nell’ultimo rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) “Energy Technology Perspectives 2016”, sull’evoluzione e la diffusione delle tecnologie pulite per limitare il surriscaldamento del Pianeta ben al di sotto dei 2 °C, così come stabilito alla COP 21 di Parigi.
Lo studio è stato presentato per la prima volta in Italia nell’ambito del convegno “Towards sustainable urban system” organizzato da ENEA – delegato italiano per le tecnologie degli usi finali dell’energia e attuale chair del gruppo tematico “Building” dell’Energy Technology Network presso la IEA – e Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con Ministero Esteri e IEA.
“Attraverso politiche efficaci e un’adeguata cooperazione tra i diversi livelli istituzionali – sostiene Kamel Ben Naceur, IEA, Direttore generale per la Sostenibilità, la Tecnologia e gli Outlook – le città possono svolgere un ruolo strategico nella realizzazione di un ambizioso scenario globale di mitigazione dei cambiamenti climatici, permettendo di conseguire altri importanti benefici come la riduzione dell’inquinamento, risparmi nei costi dell’energia e una maggiore flessibilità del sistema energetico”.
“In Italia oltre il 40% della popolazione vive in città – dichiara Alessandro Lanza, membro del CdA ENEA –quindi èproprio nel contesto urbano che deve affermarsi un nuovo modello di sviluppo che sappia coniugare crescita economica e rispetto dell’ambiente. Il Rapporto IEA mostra chiaramente la strada da percorrere anche per il nostro Paese: ampia diffusione dell’efficienza energetica e integrazione delle fonti rinnovabili, con un approccio coordinato ai diversi livelli decisionali sulle scelte tecnologiche migliori per abbattere le emissioni. Questo incontroè stato un’occasione di dibattito sulle capacità, le opportunità e le buone pratiche di pianificazione energetica locale nel nostro Paese. Un’attività che l’ENEA, nella sua duplice veste di Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile e, in particolare, di Agenzia nazionale per l’efficienza energetica, svolge da anni con un ruolo di interfaccia tra pubblica amministrazione centrale e locale per la definizione e l’attuazione delle azioni di sostenibilità energetica”.
Secondo le stime IEA al 2050, nelle città risiede un potenziale di riduzione delle emissioni di CO2 del 70%, con effetti positivi sulla qualità dell’aria e sulla salute; nello scenario migliore, la IEA prevede 1 miliardo di veicoli elettrici in circolazione e un uso del trasporto pubblico più che raddoppiato al 2050.
L’introduzione di un mix diversificato di tecnologie energetiche nelle città consentirà di ridurre del 30% la domanda di energia primaria e del 70% le emissioni alla metà di questo secolo, diminuendo di due terzi l’intensità carbonica, ovvero le emissioni per unità di PIL. Il contributo maggiore potrebbe derivare da efficienza energetica (38%) e rinnovabili (32%).
Tra le tecnologie più mature da promuovere in città, il rapporto cita i tetti solari – che da soli possono coprire fino al 32% della domanda di energia urbana pari al 17% di quella totale al 2050 -, le pompe di calore, le reti di teleriscaldamento e la valorizzazione energetica dei rifiuti, mettendo in evidenza alcuni vantaggi chiave: accessibilità, sicurezza, capillarità della fornitura (microgrid) e il ruolo attivo del cittadino come nuovo produttore e non più solo consumatore di energia, il cosiddetto prosumer.
“La sostenibilità delle attività umane passa attraverso la sostenibilità delle città – afferma Michele De Nigris, RSE – In questo ambito le reti energetiche integrate e in particolare le reti elettriche intelligenti avranno un ruolo fondamentale. Esse infatti raggruppano due elementi chiave: l’energia e le comunicazioni. Attorno a questo nucleo possono essere sviluppate tutte le funzionalità delle smart city come ad esempio l’efficienza energetica, la mobilità sostenibile, l’integrazione delle rinnovabili e la partecipazione del cittadino”.
Per quanto riguarda i singoli settori, dall’analisi IEA risulta che gli edifici sono il comparto più energivoro, così come in Italia, dove il 70% del patrimonio edilizio ha più di 40 anni. Per abbattere questi consumi del 30- 50% al 2050 l’Agenzia traccia alcuni possibile percorsi da intraprendere, come la costruzione di edifici a energia quasi zero, la riqualificazione energetica di quelli esistenti e una maggiore efficienza della climatizzazione – che attualmente rappresenta il 40% dei consumi totali di energia – a basso impatto ambientale, ma con la stessa garanzia di comfort.
Il Rapporto IEA analizza l’integrazione tra efficienza energetica negli edifici e distretti energetici di tre città e una di queste è Torino (le altre due sono Stoccolma e Qianxi in Cina), che da diversi anni sta lavorando per diventare una smart city, come sottilinea Stefano Corgnati, responsabile del Laboratorio di Analisi e Modelli Energeticidel Politecnico di Torino, che ha collaborato all’analisi ETP2016. “In una città come Torino, abbiamo stimato che dalla combinazione integrata di riqualificazione ‘profonda’ degli edifici con l’estensione e l’ammodernamento del rete di teleriscaldamento si potrebbe risparmiare fino a 1 miliardo di euro sui costi complessivi al 2050 rispetto a uno scenario caratterizzato da singoli interventi non integrati”.
Per Andrea Ponta, IREN “la prima fonte rinnovabile da utilizzare per le reti di teleriscaldamento nelle città italiane è l’efficienza energetica. Solo così sarà possibile ridurre gli sprechi e ottimizzare l’impiego dell’energia termica aumentando le potenzialità delle fonti rinnovabili al servizio dei sistemi di teleriscaldamento, in particolare il solare termico e il geotermico”.