SDR Ceramiche. Artigianalità da toccare con mano

SDR Ceramiche si distingue sul mercato per la scelta di veicolare il proprio prodotto esclusivamente attraverso il rivenditore specializzato, senza dare spazio al canale online. Una decisione che riflette lo spirito “made in Italy” dell’azienda, che nella propria esperienza nella lavorazione della ceramica trova motivo di vanto.

È un’azienda viterbese che ha scelto di percorrere sentieri meno facili, ma certamente più aderenti al puro spirito dell’italianità, del prodotto “fatto a mano”. Il soggetto è SDR Ceramiche, realtà d’eccellenza che fa delle piccole dimensioni il proprio grande punto di forza ed esclusività e sta portando avanti strategie controcorrente anche dal punto di vista del canale di vendita, preferendo affidarsi esclusivamente alla distribuzione specializzata.

L’intervista al direttore commerciale Roberto Basso mira proprio a capire le attuali posizioni dell’azienda, che ha scelto di non essere presente a livello di e-commerce, a tutto vantaggio dei rivenditori.

Come state vivendo l’attualità del comparto arredobagno? 

Roberto Basso, direttore commerciale di SDR

«Sono tanti anni che faccio questo mestiere, ma quello che è successo nell’ultimo periodo esula da qualsiasi dato esperienziale. Con l’avvento del Covid, tutti pensavamo che il settore avrebbe subito un forte calo, come del resto è successo in moltissimi campi. Con grossa sorpresa, però, abbiamo lavorato tanto in pandemia e il picco positivo sta ora lasciando spazio a un forte rallentamento».

I numeri non sono favorevoli? 

«A oggi, alla crescita del Pil in Italia non corrisponde una crescita del settore arredo-bagno. Stiamo registrando numeri in forte discesa rispetto all’anno scorso, anche se si tratta di un anno drogato, difficilmente paragonabile ad altri del passato».

Quali strategie state mettendo in atto sul mercato? 

«Innanzitutto, non facciamo scelte promiscue. Gli attori per veicolare i prodotti sul mercato ITS sono sempre di più e la grande distribuzione, così come l’e-commerce, sono ormai realtà consolidate e in forte crescita. Nonostante i numeri di questi canali siano interessanti, SDR preferisce restare coerente, senza ibridazioni, e rimanere fedele alla filiera tradizionale del settore, quindi a un rivenditore altamente specializzato con il quale pensiamo di poter sviluppare solide sinergie grazie alle caratteristiche del nostro modello di business».

È una scelta controcorrente… 

«Sì, è una scelta netta e coraggiosa, non facile ma necessaria; rispetto ad altre aziende – sempre costrette ad assecondare le molteplici richieste provenienti dai differenti modelli distributivi per prendere dal mercato quanto più possibile – noi preferiamo rimanere concentrati esclusivamente sul rivenditore specializzato tradizionale, che deve avere la certezza di trovare nella nostra azienda un partner di fiducia con cui sviluppare le migliori strategie per ottenere concreti risultati.

Riteniamo che solo così si possano salvaguardare gli interessi dei punti vendita ITS di prossimità, scongiurando ciò che è già successo in altri settori come, per esempio, l’abbigliamento e gli elettrodomestici».

Qual è la carta vincente in tal senso? 

«Sicuramente concentrarsi su specifici target è, a nostro parere, una delle soluzioni vincenti, perché i clienti hanno la certezza di trovare in un punto vendita iper-specializzato tutte le sicurezze e le garanzie sul prodotto, oltre a un’assistenza personalizzata e affidabile (dinamiche che non appartengono, invece, all’e-commerce). Ovviamente per ottenere la fiducia del consumatore vanno fatte delle scelte precise, tra cui quella di non vendere online».

Quindi il rivenditore non può veicolare online i vostri prodotti? 

«Assolutamente no. Noi siamo decisamente contrari all’e-commerce e, quando consegniamo le nostre condizioni e i listini al rivenditore, gli facciamo firmare una lettera in cui sottoscrive di non distribuire i nostri prodotti online. Una richiesta che altro non è che una vera e propria tutela, sempre più apprezzata, nei confronti del loro stesso lavoro».

Qual è l’argomento più convincente contro il commercio elettronico? 

«Le vendite online sono un nemico incredibile per il rivenditore tradizionale, poiché si nutrono e vivono del suo lavoro. Spesso, infatti, la gente si rivolge al rivenditore per avere consigli e toccare il prodotto con mano e poi la sera stessa si mette davanti al computer e compra quello stesso articolo online, magari al 5% in meno. Si tratta di un fenomeno ormai culturale, non solo limitato ad alcuni settori (come quello delle scarpe e dell’abbigliamento)».

Parliamo di prodotti. Cosa avete fatto per distinguervi? 

«Il nostro core business è la produzione di sanitari, prodotti che per le loro caratteristiche non lasciano troppo spazio alla fantasia e impongono limiti oggettivi. Come SDR, ragioniamo sulle finiture, sul colore e sui materiali da utilizzare, portando il gusto tipico del “made in Italy” e dell’artigianalità».

Qual è, a oggi, il vostro best seller? 

Il cavallo di battaglia di SDR è la serie di sanitari contemporanei Bull, proposta con
finiture colorate “confetto” che conferiscono al prodotto un effetto molto materico

«Il nostro cavallo di battaglia è la serie di sanitari Bull, dal design contemporaneo, con una superficie accogliente (nonostante la dimensione contenuta) e curve morbide, esaltate da un materiale igienico e resistente come la ceramica, lavorata perfettamente grazie alla nostra esperienza artigiana.

Il sanitario viene proposto con finiture diverse e colorate, con un effetto “confetto” che conferisce al prodotto una texture molto materica. Sono scelte frutto di collaborazioni, di specifici studi e della nostra artigianalità.

La dimensione della nostra azienda è perfetta per le nostre necessità e non desideriamo, anche se potrebbe sembrare assurdo dal punto di vista imprenditoriale, perdere la nostra identità per rincorrere numeri e fatturati».

Dov’è puntata oggi l’attenzione del mercato? 

Long Life H3 si caratterizza per lo spessore di soli 3 cm, per un’importante modularità e per il design ultramoderno 

«I riflettori sono puntati sul piatto doccia. La collezione Long Life H3, per esempio, si caratterizza per uno spessore di soli 3 cm, per un’importante modularità e per un’innovativa piletta a scomparsa, che conferisce al prodotto un design ultramoderno.

In combinazione con la leggerezza, abbiamo curato la planarità del piatto, per un prodotto che può essere installato sia a filo pavimento sia in appoggio. Disponibile in 34 misure e 5 nuance di colore, Long Life H3 dispone di una piletta che, nonostante le sue ridotte dimensioni, riesce ad avere una capacità di scarico di circa 60 l d’acqua al minuto».

Sono piatti doccia in ceramica? 

«Sì. Nonostante oggi siano sempre più popolari i piatti doccia in resina, la ceramica è qualitativamente migliore: proprio per questo proponiamo al mercato una gamma importante di prodotti in ceramica, fatti per durare tutta una vita».

E, riguardo alla ceramica, cosa potete dire del prodotto lavabo?

«Per noi è un articolo molto importante, poiché è uno degli oggetti più legato all’estetica e al design, spesso molto rappresentativo della “firma” del brand. Con le sue forme, il lavabo si presta maggiormente alla creatività del progettista, al contrario di vaso e bidet.

Noi proponiamo questa tipologia di prodotto in numerose forme e dimensioni, con un’attenzione sempre crescente allo spessore che ne caratterizza il design. Siamo, inoltre, molto attenti alla proporzione e alle misure, per rispondere alle crescenti esigenze di un consumatore che deve fare i conti con bagni di piccole dimensioni».

 Infine, quali mosse avete messo in campo in materia di sostenibilità?

«SDR utilizza un sistema di riciclo dell’acqua, delle ceramiche da rottamare e degli stampi in gesso non più adatti alla produzione. Per la cottura dei sanitari in ceramica, ci avvaliamo di un forno a bassa emissione in atmosfera e dal minor consumo di gas metano; infine, raccogliamo energia attraverso pannelli fotovoltaici per una produzione di 350 kW di energia pulita».

NON SOLO CERAMICA: REVOLUTION®
Con Revolution®, ideata in collaborazione con il designer Luca Papini, SDR ha deciso di rompere i confini delle forme, che grazie al materiale Solid Surface diventano più precise, versatili e creative e godono di un’altissima percentuale di riciclabilità dei materiali.

L’azienda propone una pulizia formale del vaso sanitario – grazie a una sofisticata tecnica industriale brevettata, che fa combaciare alla perfezione la scocca in Livin-Stone® con la parte interna in ceramica attraverso spigoli perimetrali vivi, netti e a 90 gradi – superfici perfette e senza porosità, linee morbide e spessori in equilibrio.

Revolution® è ecocompatibile, riciclabile e antibatterico: il vaso è riciclabile al 75% e per la sua produzione si risparmia oltre il 70% di energia combustibile, mentre il bidet è riciclabile al 100%. «Quando ci siamo trovati con Luca avevamo un’urgenza: dare forma alle nostre fantasie, sperimentare su materiali e forme. Revolution® è stata una vera sfida, sia per quanto riguarda la produzione di un sanitario in Solid Surface accoppiato con la ceramica, sia per la cultura ben radicata della ceramica nel mondo del sanitario» racconta Roberto Basso.

ELEGANZA PER L’HOTEL DI LUSSO

Per comprendere dove si posiziona l’asticella di SDR, Basso fa riferimento a progetti che hanno visto protagonisti prodotti in grado di fare la differenza. Un esempio è l’Hotel spa Olangerhof in Val Pusteria, che offre spazi nuovissimi e di design all’insegna dell’eleganza e del lusso.

Per la zona lavabo sono stati scelti dei prodotti d’appoggio, modello Qube 3 in ceramica color panna, un cavallo di battaglia per SDR. Dalle linee solide e un carattere deciso, questa versione del lavabo Qube ha un bacino pratico e spazioso e si abbina perfettamente con la collezione di sanitari Bull: quest’ultima, presente in versione sospesa e in color panna opaco, si rivela in perfetta sintonia con l’arredamento caldo e accogliente della struttura.