«Devo fare manutenzione a una caldaia a gas inferiore ai 35 kW a camera stagna, ubicata in un sottotetto. Il tetto non è certamente “stagno”, ma non esistono aperture di aerazione o ventilazione e la tubazione del gas in rame plasticato ∅ 18 corre a vista sul pavimento. Quali sono le prescrizioni da verificare? O questo tipo di installazione è vietato?», chiede un lettore di GT.
La normativa di riferimento è la UNI7129:2015 e nello specifico la parte 1 e 2. Partiamo dal presupposto che il sottotetto è considerato dalla norma di riferimento come un “locale non presidiato”, definito come:
- locale non utilizzato quotidianamente nelle usuali attività domestiche (per esempio: abbaino, sottotetto, soffitta, sottoscala, cantina).
Caldaia nel sottotetto: cosa prevede la normativa
Ciò detto, la prescrizione normativa è che tale locale sia aerato permanentemente ed eventualmente ventilato permanentemente, ove sia installato un apparecchio utilizzatore a camera aperta, e che le pareti, i soffitti e i pavimenti dei locali di installazione non presentino crepe, fessurazioni, fori, tali da consentire accidentali infiltrazioni di gas nelle strutture edili.
Ora, se il sottotetto è un’esclusiva pertinenza del cliente, basta rispettare le prescrizioni di cui sopra, anche per la posa dell’impianto gas. Se il sottotetto è parte comune del condominio, l’apparecchio utilizzatore può essere installato solo ed esclusivamente in un vano tecnico aerato permanentemente.
In questo caso, è consigliabile realizzare l’aerazione diretta con condotto di ventilazione tra il vano tecnico e l’esterno del sottotetto, ed è necessario realizzare un’altra apertura di aerazione per l’impianto gas posato a vista, ove siano presenti congiunzioni.