Recentemente, la Federazione ANIMA, che rappresenta in Confindustria l’industria manifatturiera della meccanica, ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico di verificare eventuali violazioni delle normative italiane ed europee e di sensibilizzare i produttori, distributori e consumatori circa i pericoli che derivano da una situazione di illecito che rischia di danneggiare irreparabilmente l’intera filiera produttiva. Si tratta di un controllo sull’aderenza alla norma UNI EN 12735 relativa ai tubi di rame per applicazioni industriali nel settore del condizionamento e refrigerazione, un segmento mirato che coinvolge un importante giro d’affari. Nel 2013, il fatturato Italia dei tubi di rame nudi è stato di 100/110 milioni di euro. L’indagine ha interessato produttori italiani ed internazionali che vendono i loro prodotti sul territorio italiano.
La norma di riferimento
“La volontà di questo controllo – spiega Alessandro Maggioni, Responsabile Area Tecnica di Anima – è sorto in seguito a sospetti che abbiamo avuto sulla bontà delle dichiarazioni di conformità alla normativa UNI EN 12735 del 2008 che è di carattere volontario, ma molto importante poiché rappresenta la regola dell’arte, riconosciuta e richiesta dal mercato”.
La normativa specifica i requisiti, i metodi di campionamento e prova e le condizioni di fornitura per i tubi di rame tondi senza saldatura, usati per sistemi di refrigerazione e condizionamento, come ad esempio tubature, collegamenti e riparazioni. Questi tubi sono forniti in lunghezze dritte negli stati fisici duro e semi-duro o ricotto in bobine.
L’indagine
Non si è trattato di un’indagine di tipo quantitativo, ma di un’analisi del mercato di tipo qualitativo commissionata ad una società indipendente di ricerca che ha acquistato prodotti presenti sul mercato italiano e che ha coinvolto tutti i principali attori del mercato, comprese le imprese associate Anima. “Buona parte dei tubi dichiarati conformi alla UNI EN 12735 – svela Maggioni – in realtà non lo sono, soprattutto per quanto riguarda le caratteristiche di carattere costruttivo relative al dimensionamento. Essendo una norma di carattere volontario, paradossalmente sarebbe sufficiente non dichiarare nulla, ma laddove c’è tale specificazione abbiamo constatato non esserci spesso aderenza e quindi non reale conformità alla norma tecnica di riferimento. Si tratta di una non conformità relativa ad un aspetto qualitativo, soprattutto legato alle dimensioni, non prendiamo ora in considerazione casi estremi in cui il materiale costruttivo non è addirittura rame o tubi palesemente sottospessorati, quindi situazioni di truffa e criticità della sicurezza del prodotto inserito in un contesto di installazione”.
Maggiore professionalità, più sicurezza per tutti
L’installatore ha il compito di attenersi al decreto 37 del 2008 in merito all’installazione a regola d’arte. “Per poter rilasciare tutte le dichiarazioni del caso – argomenta l’esperto di Anima – tutti i prodotti che acquista e che va ad assemblare nell’impianto devono essere a norma e prodotti alla regola dell’arte. Ecco il motivo per cui le norme specifiche sui prodotti, anche se volontarie come nel caso della UNI 12735, diventano molto importanti per assicurare un livello qualitativo dell’installazione tale da poter applicare correttamente i dettami del decreto 37”.
Se un tubo costa la metà di un altro…
Per riconoscere una situazione di non conformità quando non è palese un sottodimensionamento del tubo, la cartina tornasole risiede nel prezzo di acquisto. “Non si sta parlando di prodotti, come ad esempio autovetture, in cui c’è un range di prezzi ampio tra un’utilitaria ed una sportiva. Se un tubo costa la metà di un altro, c’è da indagare e dubitare proprio sull’aderenza alla normativa tecnica di riferimento. Ovvio che il ruolo chiave è del produttore, ma la responsabilità della qualità del tubo è anche di chi lo compra, quindi dell’installatore e del suo grossista”.
I prossimi step
“Abbiamo presentato i risultati al Ministero dello Sviluppo Economico per far conoscere alla politica questa situazione del mercato che rappresenta di fatto una sofferenza per i produttori del comparto. Il Ministero – conclude Maggioni – ci ha informato di aver già avviato un’indagine per comprendere meglio il comportamento delle aziende di questo settore”.
(Lara Morandotti)