Il trattamento delle acque reflue è un argomento da tempo al centro della sperimentazione tecnica, allo scopo di trasformarle da rifiuti maleodoranti e inquinanti in un’importante risorsa utile non solo per il riuso a scopi non potabili all’interno degli edifici ma, anche, per la produzione di biomassa.
Finora, però, ben pochi avevano pensato di sfruttare i reflui per recuperare il calore in essi contenuto. Eppure quante volte, al cinema, abbiamo visto tombini dai quali usciva vapore? Tutto calore sprecato!
Infatti, normalmente, le dispersioni di energia termica attraverso i reflui non solo prese in considerazione neppure a livello progettuale. Ciò nonostante, studi recenti hanno stimato che, negli edifici tradizionali, tali perdite termiche siano mediamente nell’ordine del 12÷15% rispetto al bilancio termico complessivo, valore che può raggiungere il 45÷50% in caso di edifici a elevate prestazioni energetiche.
Una soluzione ecosostenibile
Partendo proprio da questi dati, un’azienda svizzera ha recentemente messo a punto un sistema che ha già fornito interessanti risultati non solo dal punto di vista tecnico, ma anche rispetto ai tempi di rientro dell’investimento.Il sistema messo a punto da Rabtherm consiste in un vero e proprio scambiatore di calore integrato alle classiche tubazioni impiegate per la realizzazione delle condotte fognarie. Si tratta, in estrema sintesi, di una superficie captante metallica dalla forma concava, sistemata sul fondo del canale di scarico e collegata alla rete di circolazione del fluido di scambio, che converge verso una pompa di calore.
Le applicazioni
Al momento le applicazioni più efficienti del sistema interessano i reflui di origine industriale che, si solito, presentano temperature più elevate, anche di molto, rispetto a quelli civili, ma non è lontano il momento in cui questi dispositivi potranno costituire una notevole fonte di energia termica sostenibile a bassissimo costo anche nelle aree urbane.