La filiera legno-arredo chiude il 2023 a -7,8% ma le stime per il 2024 sono positive

Diffusi da FederlegnoArredo i numeri dei consuntivi che fotografano l’anno 2023 della filiera legno-arredo.

Circa 66.500 aziende (14,8% del manifatturiero nazionale) e 300.000 addetti, (8% del manifatturiero nazionale), un fatturato da 52,7 miliardi di euro (il 4,2% del manifatturiero nazionale), l’export che sfiora quota 20 miliardi, il mercato interno poco sotto i 33 miliardi e un saldo commerciale di 8 miliardi di euro. Sono questi i numeri dei Consuntivi elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo che fotografano il 2023 della filiera legno-arredo.

Complessivamente, riportano i dati FederlegnoArredo, il fatturato della filiera chiude il 2023 in flessione del -7,8% dopo due anni di crescita passando così dai 57,2 miliardi di euro del 2022 ai 52,7 attuali; il mercato interno registra un -9,6%, mentre l’export chiude al -4,6%.

A impattare è soprattutto l’andamento del macrosistema legno, che diminuisce del 10,5%.  A determinare il dato complessivo è il mercato nazionale a 16,5 miliardi di euro (76% del totale) che segna un -11%, mentre le esportazioni, a 5,1 miliardi di euro, segnano -7,2%.

Mentre, il macrosistema arredamento (27,8 miliardi di euro) registra una flessione più contenuta del -3,8%, ma ancora ampiamente sopra i livelli 2019 con un andamento simile per il mercato interno e per l’export, (che rappresenta il 53% del totale) a 14,7 miliardi di euro, rispettivamente a -3,7% e -3,8%.Si mantiene sui livelli dell’anno precedente con il +0,1% il saldo commerciale per un valore complessivo di oltre 9,7 miliardi di euro.

Negativa la performance del commercio legno a -20%.

«Nessuna sorpresa in questi numeri, che indicano un fisiologico rallentamento dopo due anni davvero sopra ogni aspettativa – commenta il Presidente di FederlegnoArredo Claudio Feltrin. Per di più, nonostante il meno 7,8% della filiera, sia il mercato italiano sia l’export si mantengono sopra i livelli pre pandemici del 2019 a dimostrazione proprio del fatto che l’incremento registrato durante i due anni precedenti è stato un evento straordinario difficilmente ripetibile.

Guardando più nel dettaglio i nostri dati – prosegue il presidente – risulta chiaro che il calo di fatturato sia da ricercarsi principalmente nel mercato interno, calo dovuto a molteplici fattori: il progressivo ridimensionamento degli incentivi fiscali nell’edilizia, la conseguente concentrazione del mercato residenziale, l’erosione del potere di acquisto delle famiglie dovuto alla corsa dell’inflazione e i tassi di interesse che ancora non accennano a diminuire.

Sul fronte esportazioni – conclude Feltrin – nonostante la complicata situazione geopolitica possiamo dire che la nostra filiera ha tenuto, contenendo la contrazione al -4,6%, mantenendo un valore di circa 2,8 miliardi di euro sopra i livelli del 2019.  Anche il saldo commerciale della filiera, grazie soprattutto all’export del macrosistema arredamento, supera gli 8 miliardi di euro in crescita del +16,7% rispetto al 2022, a dimostrazione di quanto il valore del nostro made in Italy sia riconosciuto e desiderato in tutto il mondo. Il saldo commerciale del macrosistema arredamento ce lo conferma, toccando quasi quota 10 miliardi e rimanendo stabile rispetto all’anno scorso».

Focus arredobagno

Dopo un biennio di forte dinamismo, grazie all’andamento straordinario del settore residenziale, come attestano i dati consuntivi del Centro Studi FederlegnoArredo, nel 2023 il sistema arredo bagno subisce una contrazione del 4,5%. Il settore si mantiene tuttavia sui 4,2 miliardi di euro di fatturato: sopra i 3,4 del pre covid.

Più marcata la flessione dell’export (a 1,7 miliardi di euro) con il -6,9%, che rappresenta il 41% del fatturato totale. Più contenuta, invece, con il -2,8%, quella delle vendite sul mercato interno, che toccano i 2,5 miliardi di euro per un totale del 59% del fatturato.

L’export del sistema arredo bagno registra un segno negativo in tutte le principali destinazioni; in diminuzione in particolare le vendite verso la Germania (-11,8%) che diventa secondo mercato dietro la Francia (-3,8%).

Gli addetti del comparto sono 22.898  e le imprese 923.