Oggi, il problema non è certo comunicare, ma realizzare una comunicazione commerciale accattivante, in grado di essere vista, notata e ricordata dai clienti-obiettivo. Ma come?
Oggi anche le piccole imprese e i professionisti dell’ITS dispongono di maggiori opportunità per comunicare con i propri clienti attuali e potenziali, anche grazie ai nuovi media e al digitale che consentono di veicolare maggiori e più mirate informazioni, in tempi più brevi e a minori costi. A causa della sovrabbondanza di informazioni alle quali il pubblico è oggi sottoposto online e offline, l’attenzione nei confronti dei singoli messaggi e la quantità delle informazioni percepite e assimilate si riducono notevolmente, sminuendo l’efficacia e il ricordo della comunicazione.
È infatti assodato che nell’arco di 24 ore i destinatari di un messaggio pubblicitario dimenticano la maggior parte delle informazioni ricevute, pur possedendo ancora una buona capacità di riconoscere parole e immagini. Bisogna quindi fare in modo che la nostra comunicazione sia in grado di suscitare l’attenzione dovuta. La pubblicità non deve essere un esercizio creativo fine a se stesso; va studiata e pianificata su misura della nostra attività e del nostro pubblico affinché sia riconosciuta e ricordata più a lungo, anche grazie a una serie di comunicazioni intensive e frequentemente ripetute.
Il problema sta quindi nella capacità di realizzare una comunicazione accattivante e interessante per il clienti-obiettivo, in grado di attirarne l’attenzione e di tenere alto il livello di interesse e di ricordo nei confronti del contenuto dei messaggi, dell’azienda e dei suoi prodotti e servizi e, quindi, in grado di generare vendite (immediate e future) e fidelizzazione.
Pertinenza e chiarezza
Per valorizzare adeguatamente l’azienda e i suoi servizi, e per essere efficace in termini sia di attenzione sia di vendite, la comunicazione deve innanzitutto veicolare contenuti pertinenti e significativi in funzione delle specifiche esigenze, aspettative e problematiche dei suoi diversi pubblici che, come abbiamo visto, tendono sempre di più a selezionare, assimilare e memorizzare solo le informazioni di loro reale interesse, cioè quelle che a loro giudizio meritano di essere approfondite.
Questo processo di analisi e selezione, tra l’altro, avviene perlopiù a un livello sottostante la sfera razionale, e cioè a un livello quasi inconscio. Per mantenere alto il grado di attenzione, la comunicazione deve quindi ricorrere a immagini e parole chiave che abbiano un elevato contenuto di senso per il pubblico, stabilendo precise gerarchie e tempistiche di utilizzo e analizzandone via via l’impatto e l’efficacia.
Oltre che pertinenti, le informazioni devono anche essere chiare, semplici e sintetiche affinché possano essere di agevole interpretazione e fruizione; perciò è molto importante semplificare i testi e utilizzare il più possibile le immagini, poiché esse contribuiscono a stimolare il senso principale al quale si ricorre nel corso del processo cognitivo (la vista); e, se possibile, devono anche essere coinvolgenti a livello emozionale. In quest’ottica conviene porsi alcune domande:
- Quali sono i fattori razionali ed emozionali sui quali basare la nostra comunicazione?
- Quali sono gli elementi più rilevanti per i nostri clienti-obiettivo ai fini del soddisfacimento delle loro esigenze e della risoluzione dei loro problemi?
- Quali sono quelli prioritari e da evidenziare maggiormente?
- Quali sono i più opportuni per valorizzare gli atout della nostra azienda e dei nostri servizi?
- Quante energie e quanto tempo i nostri potenziali clienti sono disposti a dedicare alla lettura e alla visione di un messaggio?
- Ci siamo chiesti, ad esempio, quanto un messaggio ridotto in lunghezza, sintetizzato e schematizzato nei concetti essenziali potrebbe far guadagnare in termini di immediatezza, impatto e memorizzazione?