I panel dell’Hydrogen Summit ritraggono uno scenario in cui le tecnologie hydrogen ready sono pronte, ma serve un piano di investimenti per valorizzarle e avviare una vera diffusione.
Nel percorso verso una transizione energetica sostenibile, si fa sempre più strada il vettore idrogeno come elemento chiave per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione che necessariamente dovranno essere raggiunti. L’industria meccanica, spiega ANIMA Confindustria, essendo presente lungo tutte le fasi della filiera e specialmente nella componentistica, è uno dei grandi protagonisti di questo processo.
Per discutere e approfondire i temi e le prospettive di sviluppo legati alla nascente filiera dell’idrogeno si è tenuto lo scorso 6 luglio, a Milano, l’Hydrogen Summit organizzato da MCE – Mostra Convegno Expocomfort, fiera di riferimento per il mondo del comfort, in collaborazione con il Politecnico di Milano e Anima Confindustria. All’evento hanno partecipato numerosi esperti dal mondo accademico, associazionistico e industriale.
Allo stato attuale – riporta il comunicato ANIMA – il Made in Italy ha il potenziale per giocare un ruolo di spicco, grazie alle imprese italiane che da tempo hanno investito nello sviluppo di tecnologie hydrogen ready. La nascente filiera offre opportunità che, per vedere pieno sviluppo, necessitano di essere supportate con piani di investimenti strutturali e un apparato tecnico-normativo dedicato. Il rischio da scongiurare, infatti, è che il grande impegno delle imprese non venga adeguatamente valorizzato e sviluppato, e che l’Italia rimanga indietro rispetto ad altri paesi.
Durante il panel “Modelli di Business per l’applicazione delle Tecnologie dell’Idrogeno” Alberto Zerbinato, referente idrogeno del Consiglio di Presidenza Anima Confindustria, sottolinea «L’idrogeno offre l’opportunità di portare l’Italia verso un futuro di energia sostenibile, e l’industria meccanica italiana è pronta a partecipare a questa transizione. Siamo ai blocchi di partenza: ora è il momento di avviare una vera industrializzazione, e questa può avvenire solo grazie a un piano di investimenti strutturali a livello nazionale. È fondamentale che il lavoro delle imprese non vada sprecato e venga valorizzato a dovere dando vita a un mercato vero e proprio».
Valorizzare le tecnologie eccellenti sviluppate dalla manifattura italiana è uno degli obiettivi di Anima Idrogeno, il gruppo di lavoro nato in seno ad Anima Confindustria che accompagna le aziende italiane in questa transizione supportandone la progettualità, allo scopo di mettere a terra progetti «chiavi in mano» che non si fermino al perimetro della singola tecnologia.
Un concetto ripreso da Andrea Baio, coordinatore del GET Anima Idrogeno «Nella nascente filiera dell’idrogeno, l’Italia ha l’opportunità di avere un ruolo da protagonista a livello internazionale. Dobbiamo valorizzare la grande maturità tecnologica delle aziende che hanno già sviluppato tecnologie a idrogeno che esprimono al massimo grado l’eccellenza del Made in Italy».
«Un vettore energetico come l’idrogeno è un ottimo candidato per guidare verso l’indipendenza energetica del Paese. E nonostante una filiera produttiva ancora giovane, ai tavoli dell’Hydrogen Summit abbiamo potuto riunire aziende italiane che non hanno paura di investire e stanno dando prova della propria capacità di rispondere in maniera tangibile alle esigenze dei settori più disparati. – ha concluso Massimiliano Pierini, General Managing di RX Italy, – Le tecnologie per la sua produzione e per l’uso ci sono quindi, ma per la loro valorizzazione è necessario intervenire su normative e regolamenti nazionali, con piani strategici e investimenti capaci di stimolare la domanda e la crescita del mercato».