Mezzo secolo di impianti, sempre all’avanguardia

EMANUELE BERTELLI e il team di Papini Impianti

Una storia iniziata cinquant’anni fa nel fiorentino, che prosegue nel segno dell’innovazione.

Nella zona industriale di Lastra a Signa, appe­na fuori Firenze, da cin­quanta anni ha sede Papini Im­pianti, azienda familiare specia­lizzata in impianti di riscalda­mento, condizionamento e idri­ci con un’attenzione particola­re per le nuove tecnologie, le energie alternative e il rispetto dell’ambiente. Qui abbiamo in­contrato Emanuele Bertelli, che insieme al socio Enrico Gaggioli dal 2003 rappresenta la secon­da generazione.

Sig. Bertelli, ci potrebbe bre­vemente illustrare l’attività della Papini Impianti? 

«L’azienda nasce nel 1973, fon­data da Carlo Papini e si occu­pa di impianti di riscaldamento nel settore civile. Negli anni ‘80 sono state acquisite importanti commesse come la lottizzazio­ne del complesso artigianale di Lastra a Signa e la realizzazione di industrie chimiche, lavori che hanno permesso il consolida­mento dell’azienda sul territo­rio.

Oggi l’azienda è improntata sul settore civile, ci rivolgiamo principalmente al privato medio – alto, e ad aziende della zona. Siamo certificati per i gasflora­ti e per gli impianti di condizio­namento. Per il riscaldamen­to, realizziamo principalmente impianti a pannelli radianti sia a soffitto che a pavimento con pompe di calore, caldaie a con­densazione, impianti idrici».

Qual è stato il suo percorso di studi e professionale? 

«Sono Perito industriale in in­formatica e ho iniziato per ca­so, per i legami familiari, aven­do sposato la figlia di Carlo Pa­pini. Piano piano ho iniziato a fa­re questo lavoro, partendo dal basso, stando in cantiere e toc­cando con mano tutte le pro­blematiche, così sono diventa­to operaio specializzato e ora mi occupo della gestione dell’a­zienda».

Quanti siete a lavorare alla Papini Impianti? 

«Siamo in otto, compreso il mio socio, mia moglie e cinque ope­rai addetti ai cantieri, compresi i due apprendisti. Carlo Papini ormai è in pensione ma rimane una figura presente e carismati­ca: ancora oggi tiene sotto con­trollo l’officina».

Quali lavori importanti avete realizzato? 

«Nel 2019 abbiamo realizzato un capannone per la Paoli Riccar­do srl, azienda pellettiera del di­stretto di Scandicci: negli uffi­ci sono state installate tre mac­chine pompe di calore EMMETI, mentre nel laboratorio abbiamo messo delle macchine a espan­sione diretta, con canali in fibra tessile che si possono smontare e lavare. Il canale in fibra tessile è stato progettato e le microfo­rature sono su misura per dire­zionare il flusso dell’aria verso il basso senza produrre corren­ti d’aria. Da anni usiamo questo sistema. All’inizio lo avevamo sperimentato per le tipografie, perché le macchine da stam­pa possono essere danneggia­te da un flusso d’aria diretto. Con questo sistema l’aria viene schiacciata verso il basso».

Risparmio energetico. Avete richieste particolari? 

«I nostri clienti sono abbastan­za esigenti e cercano di ottimiz­zare sia il risparmio energetico che la tutela ambientale e l’a­spetto estetico dell’impianto: nelle ristrutturazioni si richie­dono materiali di livello e infor­matizzazione dell’impianto per gestirlo tramite smartphone e monitorare i consumi con que­sta gestione. Le case madri ci danno dei pacchetti preconfe­zionati. Noi lavoriamo principal­mente con EMMETI, un partner importante che negli anni ci ha dato grosse soddisfazioni».

Che consigli si sente di dare ai giovani? 

«Bisognerebbe potenziare le scuole professionali. Sarebbe necessaria una scuola profes­sionale che avvii seriamente a questo lavoro: ai ragazzi manca molto la manualità».

Fate pubblicità? 

«Da due anni siamo sponsor dell’Empoli Footbal Club, abbia­mo dei cartelloni allo stadio di Empoli, squadra di cui sono ti­foso. La zona dell’empolese era un po’ interdetta, qui siamo sul­la zona di Firenze ed è stato an­che per allargarsi in quella zo­na. Da un paio d’anni ci lavoria­mo di più».

Come si immagina l’azienda nel futuro?

«Il ricambio generazionale di­penderà dai nostri figli. Mio fi­glio ha 25 anni ed è libero pro­fessionista, è perito industriale e sta seguendo di più il settore elettrico, volutamente. Secon­do noi l’espansione sarà verso un’azienda che farà sia il setto­re elettrico che idraulico, quella sarà la strada del futuro. Si sta formando in uno studio tecni­co e poi si vedrà. L’idea è quel­la. Anche il mio socio ha un fi­glio più giovane, ci auguriamo di arrivare alla terza generazione».