Il piano strategico, le azioni e le risorse in cui l’impresa sta investendo stanno dando i risultati attesi? Vengono verificati costantemente con un audit efficace?
A volte, “persi” nella quotidianità delle attività operative, si rischia di trascurare l’importanza di ricorrere in via continuativa a un sistema di controllo per individuare e valutare le performance dell’azienda e di ogni area funzionale e fattore di marketing a esse strumentali. Si tratta di un compito dal quale oggigiorno non è possibile esimersi, vista la grande disponibilità di tecnologie, metodi, strumenti e dati.
Anche per le aziende di piccole dimensioni, imprenditoriali e indipendenti, è diventato essenziale predisporre un esauriente sistema informativo e un efficace sistema di controllo strategico, per verificare e riadeguare le strategie e le azioni necessarie al miglioramento dei risultati; nel farlo è però necessario prestare molta attenzione.
Innanzitutto, non bisogna sovraccaricarsi di dati né di costi e occorre saper dosare bene la tipologia, la qualità e la quantità delle informazioni e la frequenza di monitoraggio – anche perché si tratta di dati che possono variare sensibilmente da una funzione aziendale all’altra a seconda del tipo e del livello degli obiettivi (e a seconda delle esigenze e delle tempistiche di chi è preposto all’analisi e alla valutazione delle informazioni necessarie per prendere le decisioni).
Inoltre, bisogna definire precisamente quando e quanto frequentemente mettere in atto le procedure di controllo, e per quanto tempo, perché questo è utile non solo per evidenziare aspetti positivi e criticità, ma anche per mettere a disposizione di chi ne ha bisogno le informazioni con modi, combinazioni e tempi opportuni, predisponendo report snelli, puntuali e sintetici.
In quest’ottica è utile porsi alcune domande fondamentali.
L’azienda verifica sistematicamente l’appropriatezza e l’efficacia del piano strategico aziendale, dei piani relativi a ogni area funzionale e delle attività operative a essi strumentali? Questi piani sono integrati, sinergici e univocamente indirizzati? I rischi e la posta in gioco “valgono la candela”?
La struttura organizzativa e l’orchestrazione delle risorse impiegate si sono dimostrate efficaci ed efficienti, con riferimento in particolare a risorse umane ed economico-finanziarie, beni materiali, logistica, supply chain management, comunicazione online, offline e in store, visual merchandising, sistema informativo e IT, marketing, CRM, web marketing, reputazione e immagine aziendali? Le azioni e le mansioni delle funzioni aziendali sono definite adeguatamente e sfruttano al meglio esperienze e competenze specifiche?
Lo sviluppo della strategia aziendale consiste in un processo circolare di analisi, pianificazione, realizzazione e controllo? Questo processo è in continuo divenire? Implica l’analisi critica e la valutazione costanti della strategia, delle sue componenti, del suo funzionamento e della sua efficacia? Sono previsti piani e meccanismi di controllo finalizzati alla verifica e alla valutazione dei risultati e delle performance?
Tali sistemi di controllo forniscono elementi utili alla pianificazione strategica, mettendo in evidenza i punti di forza e di debolezza, le problematiche e le opportunità? Prevedono la revisione di standard, obiettivi e politiche e, all’occorrenza, della struttura organizzativa, dei metodi, delle procedure e delle attività utili alla messa in opera delle strategie e al conseguimento dei traguardi desiderati? Prevedono l’analisi e la valutazione delle performance e delle attività delle diverse funzioni aziendali?
Il controllo strategico è fondamentale: se adeguatamente pianificato e gestito, consente di evidenziare ogni scostamento dagli standard prefissati e, di conseguenza, di formulare e mettere in atto piani contingenti finalizzati all’attuazione dei correttivi sia a livello generale, sia per quanto riguarda ciascuna area funzionale.
Controllo strategico: i presupposti
Il processo di controllo strategico parte dall’analisi della situazione attuale, degli obiettivi e delle strategie e comporta la formulazione di un piano e dei relativi metodi, procedure, strutture organizzative e attività operative; la messa in atto del processo si completa con il monitoraggio dei risultati in raffronto agli indici di performance e agli standard stabiliti come riferimento.
Una volta appurati i risultati, tutti i fattori in gioco possono richiedere una revisione ed essere quindi oggetto di ulteriori piani strategici a corollario di quello di partenza, purché in linea con esso e a esso funzionali.
Per essere efficace, il piano strategico dev’essere sistematico: va dunque condotto in maniera continuativa e periodica e deve abbracciare ogni area funzionale e settore di attività dell’azienda; meglio ancora se è gestito da una divisione o da un’entità autonoma (specialisti ed esperti esterni o risorse dedicate interne all’azienda – come manager o dirigenti intermedi, responsabili di divisione o di reparto, che sono magari meno specializzati ma senz’altro più addentro ai problemi).
Gli standard di riferimento e gli obiettivi devono essere ben chiari, realistici e misurabili, sia per poterli mettere a confronto con i risultati sia per consentire di pianificare e implementare eventuali adattamenti.
Anche la definizione del periodo di riferimento è essenziale: infatti, per quanto gli attuali sistemi informativi consentano report giornalieri e sorting selezionati, occorre ovviamente stabilire periodi logici per ciascuna area, problematica e/o finalità. Lo stesso sistema di controllo e ogni suo elemento devono essere oggetto di un’analisi costi-benefici, poiché gli sforzi, le risorse impiegate e i guadagni devono ovviamente valere la pena.
In linea di massima, il piano strategico dovrebbe comprendere alcune fasi fondamentali: la pianificazione delle procedure e la loro messa in atto, il controllo dei risultati e, infine, la definizione e l’attuazione delle misure correttive.
In considerazione di tutto questo, l’azienda ha previsto in dettaglio la pianificazione e l’implementazione delle procedure di controllo strategico? Relativamente a quali aree funzionali e a quali specifici fattori?
Con quali obiettivi e standard di riferimento? Con quali specifici indici, metodi e procedure di misurazione? Come e quanto frequentemente si verificano i risultati, le performance e gli scostamenti dagli obiettivi prefissati? Come e con quali correttivi si procede ad “aggiustare il tiro” al fine di ridurre o eliminare i gap individuati (revisione degli standard, degli obiettivi, delle procedure, delle attività, delle strategie ecc.)?
Pianificare e mettere in pratica le procedure
Lo scopo e la pianificazione delle procedure di controllo del piano strategico riguardano principalmente la scelta delle aree da monitorare e la definizione degli standard di riferimento, degli indici di performance e dei metodi di misurazione.
L’ottica (inteso come scopo) dell’audit può essere sia orizzontale e di ampio raggio (con riferimento alle performance complessive dell’intera azienda) sia verticale (cioè specificatamente orientata all’analisi approfondita e dettagliata – ma limitata – di una o più aree, componenti strategiche e attività. Solitamente quest’ultimo tipo di audit scaturisce dalla necessità di approfondire le cause di una carenza di risultati emersa dal sistema di controllo generale o le criticità e le problematiche specifiche di una data area funzionale, emerse da un’analisi di tipo orizzontale.
Da dove ha deciso di partire l’azienda? Desidera ricavare una visione complessiva dell’efficacia e dell’efficienza delle strategie, delle attività realizzate e delle risorse impiegate? O ha intenzione di concentrare le proprie analisi su specifiche aree? E, in caso positivo, quali e perché? Quali performance (struttura organizzativa, risorse umane, aspetti economico-finanziari, customer experience e customer satisfaction, location e orari, offerta e acquisti, pricing, marketing, CRM, visibilità e comunicazione, promozione, visual merchandising ecc.) l’azienda considera più rilevanti – anche in termini di impatto sugli obiettivi generali e delle aree funzionali?
Gli standard di riferimento e gli indici di performance sono stati precisamente definiti, in particolare in base agli obiettivi stabiliti in sede di pianificazione strategica? Sono quantificabili, misurabili, coerenti e non conflittuali tra loro? Ogni standard è stato determinato realisticamente e con “non troppo ottimismo”, sovrastimando il livello degli obiettivi raggiungibili? Per ogni standard è stato fissato un range con un limite minimo e un limite massimo di tolleranza?
Quali schemi, metodi e procedure di controllo sono stati predisposti? Come e quanto frequentemente sono implementati e con quali risultati? Il personale è previamente informato delle procedure di controllo o si preferisce evitarlo al fine di ottenere un quadro più realistico? Quali verifiche vengono effettuate durante l’orario di apertura e in presenza del personale?
Il sistema informativo aziendale supporta efficacemente il piano e il processo di controllo strategico? Sono stati definiti specifici sistemi, fonti e modalità di comunicazione e interazione tra le funzioni coinvolte? Le informazioni utili e pertinenti vengono trasmesse nel modo e nei tempi appropriati agli individui e alle funzioni che ne hanno bisogno? Come e da chi è redatto il report finale di ogni audit? È ben organizzato ed esauriente, pur nella sua essenzialità? Analisi dei risultati e aggiustamenti
A seguito della pianificazione del processo di controllo e delle relative procedure in base agli indici di performance e agli standard prefissati, occorre monitorare e analizzare sistematicamente le performance e ogni possibile scostamento dei risultati dagli standard. L’azienda svolge questo tipo di attività?
I risultati individuati rientrano nel range e cioè nei limiti di tolleranza? Gli standard sono stati raggiunti? Gli scostamenti sono sistematicamente e dettagliatamente analizzati al fine di individuarne le motivazioni e mettere in atto le azioni correttive necessarie? Chi si occupa dell’audit ha il potere decisionale per attivare le necessarie scelte strategiche o realizzare le attività operative necessarie? In caso negativo, viene messo in grado – dalla struttura organizzativa e dal sistema informativo aziendale – di comunicare efficacemente e tempestivamente le informazioni necessarie alla funzione aziendale di competenza e a chi è preposto a prendere le decisioni?
L’audit aziendale funziona? Fornisce informazioni utili in particolare relativamente a criticità, problemi e basse performance? A fronte di tali criticità, vengono individuati e adottati sempre e concretamente i correttivi necessari per eliminare o ridurre il gap? A quali inconvenienti si va incontro? È sempre possibile “aggiustare il tiro”?
In linea di massima, per quanto un’azienda abbia ben definito gli obiettivi (generali e specifici) e abbia ben formulato il proprio piano strategico considerando la situazione (esterna e aziendale), qualche aspetto può non essere stato previsto o ben sviscerato, come per esempio un importante evento o cambiamento esterno (il Covid-19, una guerra o l’ingresso di un nuovo concorrente rappresentano un eclatante esempio); pertanto è possibile che gli obiettivi non siano stati raggiunti.
Per ovviare al problema, o si modificano gli obiettivi e i correlati standard di performance, o si fa in modo di migliorare le performance. Per migliorare le performance non esistono che due strade: se la strategia risulta inappropriata, si modifica la strategia. Se invece la strategia risulta appropriata, bisogna modificare le modalità e le attività operative utili a metterla in atto efficacemente.
Se per esempio la comunicazione esterna, il web marketing e gli annunci a pagamento non hanno prodotto i risultati sperati (visite al sito, richieste di informazioni, acquisti online, visite presso il punto vendita ecc.) da parte dei target desiderati, bisogna intervenire ricorrendo a canali di comunicazione più mirati e pubblicando annunci più specifici, anche contenenti call to action più interessanti e premianti.
Se invece è il tasso di conversione a non soddisfare le aspettative, bisogna intervenire sull’offerta e sul visual merchandising, mettendo in maggiore evidenza l’offerta merceologica, rendendo più accattivante l’esposizione, prevedendo allestimenti promozionali ed evidenziazioni particolari in negozio e in vetrina, aumentando e migliorando la comunicazione in store e collegandola più strettamente per temi e tempistiche alla comunicazione esterna (online e offline).
Una volta apportati gli aggiustamenti necessari, il processo di controllo strategico dell’azienda deve proseguire con un regolare follow-up finalizzato ad appurare se e quanto i cambiamenti apportati hanno contribuito a migliorare l’efficacia e l’efficienza.
Per concludere…
Sistema informativo aziendale, processo di pianificazione strategica e auditing sono coordinati, coerenti e univocamente indirizzati? I (molti) dati di cui l’azienda necessita (esterni e interni, primari e secondari) sono tutti disponibili e sufficientemente dettagliati? Soprattutto, sono quelli giusti? Sono ricavabili e raggruppabili nei modi e nelle forme necessari?
Il sistema informativo aziendale, gli strumenti e le piattaforme dati a disposizione ci consentono di ricavare e/o di acquisire tempestivamente le informazioni con ampie possibilità e modalità di organizzazione, classificazione e analisi?
I benefici in termini di analisi e valutazioni più mirate, dettagliate e tempestive e i correlati vantaggi in termini di pianificazione strategica, performance e produttività valgono il tempo, gli sforzi e le risorse dedicate?
Spunti per un’autoanalisi
Come capire se è necessario formulare e mettere in atto piani contingenti finalizzati all’attuazione dei correttivi sia a livello generale, sia per quanto riguarda ciascuna area funzionale dell’azienda.
Piano strategico: è ben organizzato ed efficace?
- L’azienda verifica sistematicamente l’efficacia del proprio piano strategico, dei piani di ogni area funzionale e delle attività operative a essi strumentali?
- Sono previsti piani e sistemi di controllo finalizzati alla verifica e alla valutazione delle performance?
- Si tratta di piani e sistemi di controllo che forniscono elementi utili alla pianificazione, alla revisione di standard, obiettivi e politiche e, all’occorrenza, della struttura organizzativa, delle procedure e delle attività utili alla messa in opera delle strategie e al conseguimento dei risultati?
- Il controllo è gestito da una divisione/entità autonoma (specialisti esterni o risorse dedicate interne)?
- Sono stati stabiliti periodi di riferimento logici per ciascuna area, problematica e/o finalità?
- Il processo di controllo comprende le fasi fondamentali di pianificazione e messa in atto delle procedure, controllo dei risultati, definizione e attuazione delle misure correttive?
- Le aree da monitorare, gli standard di riferimento, gli indici di performance e i metodi di misurazione sono definiti precisamente?
- Si desidera ricavare una visione complessiva dell’efficacia e dell’efficienza delle strategie aziendali, delle attività e delle risorse impiegate? Se è stato deciso di concentrare le proprie analisi su specifiche aree, si sa bene quali siano e perché?
- Obiettivi, standard e indici di performance sono stati precisamente definiti in linea con gli obiettivi della pianificazione strategica? Si tratta di standard quantificabili, misurabili, realistici, coerenti e non conflittuali?
- Schemi, metodi e procedure di controllo sono stati predisposti precisamente? Portano risultati efficaci?
- Il sistema informativo aziendale supporta efficacemente il piano e il processo di controllo strategico?
0-7 – Il processo di controllo strategico va reimpostato e riorganizzato in tutte le sue fasi.
8-14 – L’audit necessita di una revisione (totale o parziale) per quanto riguarda fasi e modalità operative.
15-21 – L’audit in azienda appare impostato adeguatamente e sembra che apporti gli elementi utili per una pianificazione strategica e una gestione efficaci. Una verifica periodica è comunque sempre opportuna.