Mut Meccanica. Efficienza e sostenibilità al servizio della filiera ITS

MUT Meccanica

Mut Meccanica continua il proprio percorso aziendale nel segno di una visione sempre più green non solo del prodotto ma anche dei processi, con un cambio di prospettiva nei confronti dell’operatività quotidiana di ciascuna funzione e reparto aziendale.

Anno dopo anno, l’offerta di Mut Meccanica si evolve lungo due direttrici: il solco tracciato dalle normative in tema di sostenibilità e transizione energetica e l’ascolto del mercato attraverso il rapporto di fiducia con i partner della distribuzione e con gli operatori professionali.

L’azienda italiana, che ha recentemente investito nel lancio di nuove soluzioni per le pompe di calore e per i sistemi ibridi (come la serie di defangatori ciclonici Compact Magnum), prosegue lungo lo stesso percorso attraverso una soluzione salvaspazio come gli accumuli inerziali SpaceMut.

Paolo Tovo, responsabile commerciale
e marketing di Mut Meccanica

Dunque, l’evoluzione normativa ha creato le condizioni non solo a monte della filiera, ma anche a valle, stimolando da parte degli operatori professionali la domanda di sistemi sempre più pratici ed evoluti allo stesso tempo, nonché green. Come evidenzia Paolo Tovo, responsabile commerciale e marketing di Mut, «il mercato ha preso consapevolezza del fatto che è in atto un grande cambiamento tecnologico nella direzione della transizione energetica. Le aziende hanno il compito di aiutare i diversi attori, creando valore e divulgando conoscenza attraverso attività di consulenza, in modo da mettere tutti nelle condizioni di operare in maniera corretta».

Dal punto di vista del mercato, com’è stato il 2022 per voi?

«Un anno sicuramente sfidante e ricco di soddisfazioni. È stato bello viverlo, perché ci ha offerto nuovi stimoli e spunti, rivelandosi molto appagante anche in termini di risultati raggiunti».

E negli anni ’20, Mut ha offerto a sua volta tanti input al mercato sotto forma di prodotti e soluzioni. 

«Gli ultimi anni sono stati effettivamente caratterizzati da una forte creatività: abbiamo lanciato nuovi prodotti e siamo riusciti a intercettare i trend emergenti, che sono poi diventati esigenze concrete. Il cambiamento tecnologico in atto e il nostro approccio creativo ci hanno permesso di entrare in diversi segmenti di mercato e di cogliere nuove opportunità».

Efficienza e sostenibilità nell’ottica di una visione sempre più green non solo del prodotto, ma anche dei processi. Quali passi avanti sono stati compiuti nell’ultimo anno? 

«Un obiettivo che abbiamo raggiunto è il conseguimento della certificazione ambientale ISO 14001. In tale ottica sono stati adottati specifici accorgimenti volti a ottimizzare i consumi di energia e l’impiego delle materie prime, nonché a ridurre gli scarti di lavorazione. Tale impegno è anticipatorio e propedeutico per il conseguimento del certificato di sostenibilità».

Sebbene sia tuttora in essere, questo percorso vi ha già portato a modificare l’approccio nei confronti della produzione e del mercato? 

«Ci sono stati in effetti un cambio di paradigma, un imparare a vedere le cose in modo diverso, che hanno coinvolto intrinsecamente l’azienda. Non parliamo solo di un ciclo produttivo meno energivoro o di prodotti più efficienti, ma anche di un nuovo approccio all’operatività quotidiana di ciascuna funzione e reparto aziendale. Oggi siamo più consapevoli del fatto che quanto facciamo internamente ha delle ricadute verso l’esterno. Il tutto è stato una conseguenza naturale del percorso che abbiamo intrapreso diversi anni fa».

Notate una crescita culturale anche da parte dei vostri partner della distribuzione, a partire dai Mut Point?

«I Mut Point sono dei partner privilegiati per noi. Essendo loro molto tecnici per natura, avevano già ben presente quello che sarebbe stato il cambiamento che oggi stiamo vivendo. Con il nostro supporto, sono riusciti ad approfondire al meglio le principali tematiche e capire quali componenti utilizzare per rendere più efficienti in una logica di sostenibilità tutti gli impianti, anche e soprattutto quelli piccoli nel settore residenziale».

 Per i professionisti della progettazione, un servizio-chiave è invece il BIM. 

«Progettare in BIM consente di stabilire già nella fase progettuale se un progetto è realmente efficiente e sostenibile. Noi ci siamo approcciati al BIM diversi anni fa, ma avevamo messo in stand-by il progetto per chiarire alcuni aspetti legati alla gestione dei modelli. Oggi tutte le perplessità sono state risolte e possiamo dire che tutti i prodotti Mut sono classificati in BIM».

Ciò ha comportato un upgrade dei servizi rivolti ai grossisti e ai progettisti?

«Certo. Il rapporto tra Mut e Mut Point è un rapporto fiduciario e di collaborazione quasi quotidiana. I nostri partner sanno che in caso di necessità possono rivolgersi ai nostri ingegneri termotecnici, che rappresentano il loro punto di riferimento in azienda».

 Con la fine della pandemia, le attività di formazione in presenza sono tornate ai ritmi tradizionali? 

«Essendosi stabilizzata la situazione sanitaria, abbiamo spinto sull’acceleratore per quanto riguarda le attività in presenza, che hanno maggiore appeal e che permettono di creare maggiore empatia rispetto a quella che può offrire il parlarsi attraverso uno schermo».

Il vostro essere “made in Italy” è un fattore che fa la differenza? 

«Sì. Gli ultimi due anni sono stati sfidanti per via delle turbolenze legate all’approvvigionamento delle materie prime e dei prezzi. Ma i nostri clienti non le hanno vissute perché, essendo la produzione di Mut completamente integrata, non c’è stata difficoltà nel trasformare il caricato in fatturato».

A quali novità di prodotto avete lavorato? 

«Abbiamo appena lanciato SpaceMut, un accumulo inerziale salvaspazio per sistemi ibridi e pompe di calore. Ha diverse configurazioni e capacità, è disponibile nella versione da 4 o 6 attacchi ed è possibile richiederlo in acciaio inox o acciaio decapato. Il prodotto può essere installato in soli 28 cm di profondità: infatti, con l’avvento delle pompe di calore e data la moltitudine di vani tecnici di dimensioni contenute, avere un occhio di riguardo per le dimensioni del prodotto è stato un aspetto dirimente».

Perché due tipi di acciaio? 

«I clienti abituati a lavorare con l’acciaio inox difficilmente rinunciano a questa opzione. Offrendo agli operatori anche questa possibilità di scelta, è possibile fornire loro un prodotto sempre adeguato alle loro esigenze».

Dopo gli investimenti su nuove
soluzioni per le pompe di calore e
i sistemi ibridi (come i defangatori
ciclonici Compact Magnum, in
foto), Mut prosegue sulla stessa
linea con gli accumuli inerziali
salvaspazio SpaceMut

Questo dà l’idea di quanto la produzione Mut sia una piattaforma che si adatta all’evoluzione del mercato. 

«Senza dubbio è così. Per esempio, SpaceMut ha preso corpo e forma alla luce del grande successo di Dada Mut, il primo collettore di accumulo inerziale che sposava la logica di salvataggio dello spazio. Questo ci ha dato la convinzione che la strada intrapresa fosse quella corretta e che fosse possibile percorrerla ancora. Il 2023 è quindi l’anno di SpaceMut».

Quale potrebbe essere il seguito o il leitmotiv del futuro prossimo? 

«Guarderemo sempre con molta attenzione a quelli che saranno i bisogni del domani. Alla luce del cambiamento tecnologico in atto, studieremo dei prodotti abbinabili ai nuovi componenti che verranno utilizzati».

Le normative stanno orientando decisamente il mercato verso la transizione energetica, ma nessuno oggi è in grado di dire cosa accadrà esattamente tra cinque anni. Tale processo rappresenterà davvero un colpo di spugna rispetto al mondo attuale, o c’è una via di mezzo?

«Al riguardo occorrono diversi distinguo: per esempio, l’abitato esistente in Italia, ricco di costruzioni secolari, non è paragonabile a quello di molti Paesi del Nord Europa. Ci sono poi abitudini, usi e costumi molto differenti non solo tra i diversi stati ma anche al loro interno; l’Italia ne è un esempio emblematico. Questi aspetti, come anche le indicazioni che ricaviamo dal dialogo con i nostri partner OEM in Europa, ci portano a pensare che la transizione energetica sarà graduale e perfettamente assimilabile, tenendo conto delle caratteristiche delle diverse realtà nazionali».

ACCUMULI INERZIALI SALVASPAZIO
Gli accumuli inerziali SpaceMut sono dispositivi compatti, facili da installare anche in spazi molto ristretti. Coibentati con PE-X espanso a celle chiuse dallo spessore di 15 mm, sono in grado di funzionare fino a 6 bar di pressione di esercizio e da -40 °C a 130 °C di temperatura d’esercizio. Possono essere collegati alle pompe di calore, ad altri generatori di calore e ai gruppi multipli di rilancio.

Permettono di ottimizzare la resa delle pompe di calore – limitando i cicli di accensione e spegnimento che ne condizionano l’aspettativa di vita – e il rendimento, velocizzando contestualmente i cicli di sbrinamento durante il periodo invernale.

Hanno quattro attacchi per il collegamento come separatore idraulico ai gruppi di distribuzione; le pompe di calore, infatti, per essere efficienti e non andare incontro a usura precoce devono lavorare il più possibile a carico costante, evitando frequenti accensioni e spegnimenti. La versione a sei attacchi permette il collegamento di un ulteriore generatore di calore (per esempio, la pompa di calore e/o la caldaia).

L’accumulo di energia termica inerziale consente quindi di rispondere rapidamente alla richiesta termica dell’impianto, aumentando l’efficienza energetica (riduzione degli spunti del compressore della PDC). Gli accumuli inerziali SpaceMut sono forniti completi di staffe di sostegno per il fissaggio a muro, valvola automatica di scarico aria e rubinetto di carico/scarico impianto.