Quando l’idraulico costringe a cambiare la caldaia inutilmente

 

Risponde di truffa aggravata l’idraulico che costringe il cliente a sostituire la caldaia, in realtà perfettamente funzionante, e che si intasca l’acconto senza poi farsi più sentire. La Cassazione ha confermato la condanna di truffa aggravata nei confronti del soggetto che effettua tale condotta, in quanto la stessa integra tutti i presupposti della fattispecie penale di truffa. Difatti, secondo la Suprema Corte, tale azione esprime esattamente quanto previsto dall’art. 640 c.p., comma 1, ai sensi del quale: “Chiunque, con artifizi o raggiri, inducendo taluno in errore, procura a sé o ad altri un ingiusto profitto con altrui danno, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni e con la multa da euro 51 a euro 1.032.” In questo senso si è espressa recentemente la Corte di Cassazione nella sentenza n. 4039/2021. La vicenda origina dal comportamento del titolare di un’impresa idraulica, che è stato denunciato per aver ingannato un cliente, prospettandogli la sostituzione della caldaia, durante un controllo, dichiarando scorrettamente e volutamente che la stessa non fosse funzionante (quando in realtà era perfettamente in buone condizioni). A seguito di sottoscrizione di un preventivo, si faceva versare un acconto di 900 euro, e successivamente spariva senza più nemmeno rendere il denaro. La Corte, nel confermare il reato di truffa già comminato dalla Corte d’Appello, in sostanza ha ravvisato artifizi e raggiri nel comportamento dell’idraulico, che convince il cliente a sostituire una caldaia funzionante, ma che poi non procede a svolgere il lavoro e trattiene senza motivo i soldi dell’acconto.