Salubrità degli impianti: perché, quando, come

 

L’emergenza pandemica ha contribuito in modo determinante a far emergere il dibattito sulla salubrità degli spazi abitati. La possibilità che la diffusione del contagio sia favorita dal droplet ed aerosol ha acceso i riflettori sul tema dell’IAQ (Indoor Air Quality), fino a poco tempo fa sottovalutato dalla pubblica opinione e trascurato dagli stessi addetti ai lavori. L’ing. Diego Samuelli è un libero professionista specializzato in salubrità degli impianti, che collabora da tempo con CNA Lombardia come consulente, anche in ambito normativo, e come formatore professionale: «La sanificazione degli impianti, specie di quelli aeraulici, è un’attività che inizia sempre con la pulizia ed è uno degli aspetti principali della loro manutenzione. Purtroppo, troppo spesso si badava solo alla sicurezza e all’efficienza energetica, limitandosi ad una pulizia sommaria. Oggi, invece, gli utenti – e perciò anche gli operatori tecnici – sono decisamente più consapevoli circa la necessità che gli impianti siano anche fonte di benessere per chi li usa».

L’ing. Diego Samuelli

Salute ed energia

Indipendentemente dal rischio connesso al coronavirus, gli impianti dovrebbero sempre risultare salubri…

«Sicuramente è così. Esistono molti studi che dimostrano come l’IAQ sia determinante per la salute degli utenti e contribuisca anche alla loro vitalità – che, in ambito lavorativo, significa incrementare la produttività delle persone. Assumendo che l’aria esterna risulti meno inquinata rispetto a quella interna, il parametro di riferimento della salubrità di un impianto è generalmente espresso dal numero dei ricambi igienici dell’aria. Di contro, la ricerca della massima efficienza energetica comporta normalmente una riduzione al minimo indispensabile dei ricambi che, negli impianti più sofisticati, sono regolati da sensori di concentrazione della CO2, ovvero in funzione dell’affollamento effettivo degli ambienti. Esistono perciò due interessi contrastanti, entrambi legittimi: da una parte il contenimento dei consumi energetici, dall’altra la salubrità degli ambienti».

Questo significa che la pulizia e la sanificazione degli impianti, che non comportano sprechi energetici, sono attività necessarie …

«Entrambe servono a minimizzare la possibilità che gli impianti diventino il veicolo per la diffusione degli inquinanti aerodispersi (polveri, agenti chimici, VOC, microorganismi patogeni, ecc.), perciò trascurarle comporta un incremento del rischio a carico degli utenti. È opportuno segnalare che questa eventualità è già stata considerata dal legislatore, ad esempio nel D.Lgs. 81/2008 dedicato alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.

Oggi – anche per effetto dei DPCM emanati a causa della pandemia, che impongono una valutazione della salubrità degli impianti – pulizia e la sanificazione sono attività sempre più richieste e, in futuro, rappresenteranno probabilmente un ulteriore elemento di differenziazione dell’offerta da parte degli operatori del settore».

Il nodo dell’accessibilità

Come si effettuano la pulizia e la sanificazione?

«In generale, da qualche anno sono state pubblicate delle linee guida nazionali e delle procedure operative per la valutazione e la gestione del rischio. Scendendo nel dettaglio, rispetto alle normali attività di manutenzione, l’ispezione visiva periodica delle canalizzazioni è la prima attività da svolgere: questo consente di stabilire se bisogna procedere con ulteriori approfondimenti, oppure quando effettuare il prossimo controllo. Per la pulizia si possono utilizzare strumenti e attrezzature – sonde per videoispezioni, aspiratori, mini-robot, ecc. – che permettono di raggiungere anche tratti difficilmente accessibili. Una volta effettuata la pulizia si potrà valutare la necessità di effettuare ulteriori verifiche, oppure procedere con altri tipi di trattamenti, avendo sempre cura di non contaminare gli ambienti. Si tratta perciò di una vera e propria attività professionale specializzata».

Come dev’essere realizzato un impianto di ventilazione facilmente pulibile e sanificabile?

«L’accessibilità per le ispezioni è uno dei requisiti principali e costituisce una delle criticità degli attuali impianti di ventilazione che, molto spesso, non dispongono di una quantità sufficiente di punti d’accesso e, di conseguenza, non permettono di utilizzare le attrezzature più semplici. Le stesse considerazioni valgono per il posizionamento degli apparecchi principali – ad esempio le UTA – e per gli spazi che le ospitano, che devono essere adatti all’esecuzione di tutte le operazioni di manutenzione. L’accessibilità è perciò un aspetto fondamentale – conclude l’ing. Samuellli – che dovrebbe essere opportunamente considerato da parte dei progettisti, anche per quanto riguarda l’economicità di questo tipo di interventi».

Linee guida e procedure

Ecco le principali leggi e normative di riferimento per la pulizia e sanificazione degli impianti:

– Conferenza Stato Regioni 27/01/2001: Linee guida per la tutela e la promozione della salute negli ambienti confinati;

– Conferenza Stato Regioni e Province autonome 05/10/2006; Linee guida per la definizione di protocolli tecnici di manutenzione predittiva sugli impianti di climatizzazione;

– Conferenza Stato Regioni e Province autonome 07/02/2013: Procedura operativa per la valutazione e gestione dei rischi correlati all’igiene degli impianti di trattamento aria;

– AICARR: Linee guida sulla manutenzione degli impianti di climatizzazione (2004);

– AIISA: Protocollo operativo per l’Ispezione e la sanificazione degli impianti aeraulici (2018);

– NADCA: ACR 2021

La sicurezza degli operatori

Pubblicato da INAIL e AIISA (Associazione Italiana Igienisti Sistemi Aeraulici), “Impianti di climatizzazione: salute e sicurezza nelle attività di ispezione e bonifica” è un’interessante guida alle operazioni di manutenzione, pulizia e sanificazione, scaricabile gratuitamente dal sito web www.inail.it. Il documento fornisce indicazioni utili alla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali, correlabili alle attività di ispezione e/o pulizia degli impianti di climatizzazione, affrontando anche gli aspetti legati alla tipologia e all’uso dei dispositivi di protezione individuale, ai rischi (ergonomici, da lavoro in quota, biologico, chimico, elettrico, da rumore, ecc.) di questa particolare attività. L’ispezione visiva, l’ispezione tecnica (videoispezione, campionamenti, prelievi, ispezione funzionale) e la sanificazione (di UTA, canalizzazioni dell’aria e componenti di linea, terminali in ambiente) sono fra gli argomenti affrontati, nell’ottica di contribuire alla riduzione dei rischi lavorativi, attraverso comportamenti sicuri e il corretto utilizzo di attrezzature e dispositivi di protezione collettiva e individuali.